Il Paradriving arriva in Granda: avventura di inclusione e passi di libertà
Una camminata in carrozza per ragazzi disabili con partenza da Cuneo e arrivo a Torino
Il Paradriving è una vera e propria disciplina olimpica dedicata ai portatori di disabilità fisiche che attraverso l’uso della carrozza e di aiuti specifici per ogni patologia, possono competere con i non portatori di handicap. La disciplina degli attacchi integrati, invece, è riservata ai diversamente abili intellettivo-relazionali.
Un progetto iniziato nel 2018 in Emilia grazie a Clemente Forni dell’Azienda Agricola Villa Forni e all’ASD I’m possible di Modena. Clemente, promettendo ad uno dei suoi ragazzi che lo avrebbe portato in Fiera Cavalli Verona in carrozza, ha creato IL VIAGGIO DEL SOR-RISO. Una staffetta da Modena a Verona (Veneto),dove carrozze, cavalli, drivers e persone con disabilità percorrono in alcuni giorni la tratta, fermandosi in città prestabilite per riposarsi e permettere ad altri ragazzi di “salire in carrozza” condividendo una parte di viaggio. Si condividono i momenti di preparazione delle carrozze, i pasti e il pernottamento creando un vero processo di inclusione, educativo dal punto di vista relazionale e anche di sviluppo e potenziamento di abilità strumentali e funzionali necessarie al vivere quotidiano.
Su iniziativa dell’ASD Equimaresco di Savigliano nella persona di Adamo Martin, Driver e Istruttore esperto in attacchi e l’ASD Le Terre di Wendy nella persona della D.ssa Giulia Mattalia Psicologa Psicoterapaeuta esperta in Riabilitazione Equestre e IAA, quest’anno il progetto di paradriving, per la prima volta, arriverà anche in provincia Granda, coinvolgendo ragazzi con disturbi dello spettro autistico, psichiatrici e con disabilità intellettiva.
Si partirà il 2 aprile (GIORNATA NAZIONALE DELL’AUTISMO) da Cuneo, in mattinata, per arrivare a Torino Sabato 6 aprile. Le tappe previste saranno Fossano, per proseguire il giorno dopo a Savigliano, Bra, Moncalieri e infine Torino. I tragitti saranno inframmezzati dalle pause pranzo. La prima parte del percorso verrà svolta nel parco fluviale per poi proseguire su strade secondarie e in alcuni tratti lungo l’Antica Via Reale dei Savoia, nel pieno rispetto della sicurezza e del benessere di cavalli e passeggeri. Quello che viene richiesto ai paesi ospitanti è di creare un momento di accoglienza all’arrivo delle carrozze e di saluti il giorno successivo, al momento della partenza. Questo per dare visibilità e validare lo sforzo e l’impegno dei drivers, dei cavalli e soprattutto dei passeggeri. Inoltre, le realtà amministrative e territoriali (comune, consorzio, associazioni) avranno il compito di individuare le persone con disabilità e rispettivi caregivers che viaggeranno insieme fino alla tappa successiva dove lasceranno il posto, se vorranno, ad altri partecipanti.
“All’interno di questo progetto – spiegano i promotori – è nostra intenzione inserire un percorso formativo specifico di attacchi rivolto a due/tre persone con disabilità (dai 16 anni in su) che potranno imparare la disciplina equestre degli attacchi e che potranno essere in prima linea nella staffetta. Insieme all’istruttore sarà presente personale qualificato in IAA (educatore e psicologa) perchè l’intervento possa essere strutturato nel pieno rispetto delle difficoltà dei partecipanti e che possa potenziare al massimo le risorse individuali degli atleti. Potrà essere quindi un’occasione per loro di sperimentare e potenziare abilità relazionali, funzionali e strumentali generalizzabili alla vita quotidiana oltre ad acquisire abilità sportive uniche. Inoltre si vorrebbe pensare anche a momenti di conoscenza e avvicinamento ai cavalli e agli attacchi per tutti i ragazzi identificati dalle singole realtà che parteciperanno al percorso, in modo tale da costruire le basi relazionali e conoscitive con noi operatori e con i cavalli.
“Il nostro obiettivo – spiegano Adamo e Giulia – è trasformare il concetto di viaggio in un’esperienza di inclusione, di crescita e di avventura. Vogliamo creare un percorso accessibile, dove ogni individuo, indipendentemente dalle capacità, possa sentirsi parte integrante di
questa avventura unica.
Per realizzare il progetto è stata attivata una raccolta fondi per consentire la copertura dei costi e per
garantire che “Ruote e Zoccoli: Un’Avventura di Inclusione” possa raggiungere il suo massimo potenziale e lasciare un impatto duraturo nelle vite di coloro che parteciperanno.
E’ un’iniziativa che, per una buona riuscita, ha bisogno di tutti.