Tettoia Vinaj, cosa fare per recuperare i 900mila euro mancanti?
Dopo la sentenza del Tribunale di Cuneo che ha stabilito la risoluzione del contratto per la società che gestiva lo stabile di Piazza Foro Boario, la domanda del Comune di ricevere i canoni scaduti e gli oneri per i parcheggi è stata giudicata “inammissibile”. I gruppi di minoranza chiedono di poter discutere in Consiglio una nuova strategia.
Cuneo. La vicenda della Tettoia Vinaj non si è risolta con la recente sentenza del Tribunale di Cuneo, anzi, se possibile, si è complicata ulteriormente. Dopo la risoluzione contrattuale per inadempimento a danno della società Tettoia Vinaj srl, gestore dello stabile di Piazza Foro Boario stabilita dal foro del capoluogo, infatti, il Comune di Cuneo ha chiesto allo stesso Tribunale di accertare il tenore dell’inadempimento della società, stabilito mediante contratto ad hoc firmato nel luglio del 2014 e di condannare la stessa alla restituzione dell’immobile di proprietà del Comune e al pagamento degli importi dei canoni scaduti e degli oneri per la monetizzazione dei parcheggi oltre agli indennizzi e ai canoni successivamente maturati.
Il Tribunale ha accolto la richiesta del Comune di vedersi immediatamente restituito l’immobile in proprio possesso, ma solamente “libero da cose e persone”. Problema non da poco, considerato che nello stabile ha sede il noto Open Baladin, uno dei locali più conosciuti del capoluogo. Per quanto concerne invece la richiesta di pagamento dei canoni scaduti e degli oneri per la monetizzazione dei parcheggi, il Tribunale ha giudicato “inammissibili” entrambe le domande presentate dal Comune di Cuneo.
La ragione della decisione del Tribunale hanno provato a spiegarla i gruppi di minoranza del Consiglio Comunale in una nota, dato che l‘articolo 1453 del Codice Civile stabilisce che “Nei contratti con prestazioni corrispettive, quando uno dei contraenti non adempie le sue obbligazioni, l’altro può a sua scelta chiedere l’adempimento o la risoluzione del contratto, salvo, in ogni caso, il risarcimento del danno“. Le due strade, quella dell’adempimento o della risoluzione, non possono dunque avvenire contemporaneamente, dato che con la concretizzazione dell’una decade l’altra. I gruppi di minoranza, giudicando dunque non coerente con l’articolo in questione le richieste dell’amministrazione comunale, per non gravare ulteriormente con spese legali che si rivelerebbero dall’esito scontato (e negativo per il Comune), hanno chiesto alla sindaca Manassero di discutere nuove strategie da portare avanti per risolvere definitivamente la questione, nella prossima riunione del Consiglio Comunale in programma a fine febbraio. La nota è stata sottoscritta da Paolo Armellini, Giancarlo Boselli, Ugo Sturlese, Claudio Bongiovanni e Luciana Toselli.