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Centro per Cuneo, uno strappo che ha radici lontane

30 aprile 2024 | 08:50
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Centro per Cuneo, uno strappo che ha radici lontane
Il momento in cui i consiglieri di Centro per Cuneo lasciano l'aula

La nomina in Fondazione CRC la punta di un iceberg

Lo strappo consumatosi ieri sera (lunedì 29 aprile) in consiglio comunale dove i consiglieri del gruppo “Centro per Cuneo” hanno lasciato la seduta ha radici lontane. Senza dover tuttavia andare troppo indietro nel tempo e circoscrivendo l’analisi al mandato consiliare attualmente in corso, giova ricordare che le tensioni in seno alla maggioranza cuneese iniziano già con la scelta del candidato sindaco che deve raccogliere la pesantissima eredità di Federico Borgna alle elezioni di giugno 2022. Entrambe le principali forze di maggioranza (Centro per Cuneo e Partito Democratico) rivendicano il diritto a quella poltrona. I centristi ritengono che quel posto spetti di diritto a Luca Serale che di Borgna è stato vice per cinque anni (e ne lanciano pure la candidatura con una nota stampa ufficiale già a inizio marzo, tre mesi e mezzo prima delle elezioni ndr), mentre i Dem propongono Patrizia Manassero in virtù dell’accordo che cinque anni prima aveva fatto rientrare il PD nella maggioranza dalla quale rimase fuori nel Borgna I.

Alla fine la spuntano i “Dem” così, il 26 giugno 2022, Patrizia Manassero è la prima donna a diventare sindaco di Cuneo. Ma nemmeno la contesa elettorale è utile a capire “chi porta i pantaloni” nella maggioranza, visto che entrambe le forze conquistano sette seggi in consiglio comunale. Tuttavia per il PD avere il primo cittadino comporta il dover pagare un prezzo salatissimo in termini di assessorati. Due soli posti in giunta (Gianfranco Demichelis e Sara Tomatis) contro i quattro (oltre alla carica di vicesindaco) che, insieme alle deleghe più importanti (Bilancio e Lavori Pubblici su tutti) vanno ai centristi Luca Serale, Valter Fantino, Cristina Clerico e Luca Pellegrino. Nella composizione dell’esecutivo, la sindaca fatica tremendamente a trovare gli equilibri in grado di soddisfare le quattro forze che compongono la maggioranza (le altre due sono “Crescere Insieme” e “Cuneo Solidale” ndr) e alla fine non riesce ad accontentare tutti. Immediatamente dopo la presentazione della nuova giunta, proprio all’interno del suo partito, si registra infatti una prima pesante defezione: Antonino Pittari, a cui nonostante le 334 preferenze non va alcun assessorato, lascia i Dem e passa al gruppo misto di maggioranza.

Le questioni spinose che la maggioranza deve affrontare (Tettoia Vinaj, Piazza Europa, Miac, ecc.) non aiutano a rasserenare il clima, ma è soprattutto l’appoggio di Centro per Cuneo alla “Lista Cirio” (dunque al centrodestra) regionale a sancire la prima pesante frattura. Ed è la stessa sindaca ad ammetterlo: “saranno mesi difficili”, ripete più volte in aula. Ma la goccia che fa traboccare il vaso, come ammesso dagli stessi centristi, è la composizione della “board” della Fondazione CRC. Entro oggi si devono depositare gli elenchi dei candidati alla presidenza che si fronteggiano: da una parte i sostenitori di Mauro Gola e dall’altra quelli di Federico Borgna, che pare tuttavia avere poche speranze. La maggioranza dei componenti del nuovo consiglio di amministrazione è infatti a favore dell’imprenditore peveragnese, già presidente dell’Unione industriale di Cuneo e della Camera di Commercio. E’ lui che deve indicare la sua squadra, il CDA, composto di sette membri che possono essere anche cooptati, ossia esterni ai 20 nomi del consiglio generale. Ed è qui che la maggioranza non riesce a trovare la quadra: a Centro per Cuneo non piacciono i nomi di Federico Borgna e Luisella Cavallo indicati da Manassero, preferendo quello del suo Beppe Delfino. Ma la sindaca ha detto ieri sera che non intende sottostare a ricatti. Chi la spunterà? Oggi ne sapremo certamente di più.