“I 2,5 milioni di euro dati alle farmacie non potevano essere forse usati meglio?”

A chiederselo il sindacato dei medici Anaao-Assomed a proposito del progetto per effettuare elettrocardiogramma e holter pressorio direttamente nelle farmacie sotto casa
Nei giorni scorsi è stato annunciato dalla Regione Piemonte un accordo con la FederFarma per permettere di effettuare elettrocardiogramma e holter pressorio direttamente nelle farmacie sotto casa, gratuitamente e senza ricetta medica, per pazienti con fattori di rischio valutati dal farmacista.
«Forse l’intenzione è di potenziare la medicina di prossimità, che alla fine era l’idea delle mai-nate Case di Comunità, e di affrontare il problema delle liste d’attesa. Ma lo sforzo, anche economico, è a nostro avviso inutile e controproducente» rileva l’Anaao-Assomed, il sindacato dei medici e della dirigenza sanitaria di gran lunga più rappresentativo a livello nazionale con oltre 21.000 iscritti. In Piemonte gli iscritti sono oltre 2.100 ed includono non solo medici e dirigenti sanitari del SSN ma anche medici di strutture private.
Davvero c’è tanta attesa per fare un Elettrocardiogramma? «In quasi tutte le Asl – spiega Assomed – c’è un accesso diretto tutte le mattine. Quindi, quasi ovunque, non è un esame con difficoltà di accesso per cui i pazienti sono costretti ad andare nel privato. Un po’ meno rapido, forse, è eseguire un ECG Holter o un Holter pressorio. Ma l’attesa varia molto da ASL ad ASL. Inoltre, essendo un esame complesso, ci chiediamo perché farlo senza indicazione medica».
E questo è il nodo centrale. «Eseguire esami senza una indicazione clinica ma a caso – continua la Assomed – è il massimo amplificatore di ulteriori esami, perché dove manca l’appropriatezza prescrittiva si generano ulteriori inappropriatezze. Un Holter fatto senza motivazione clinica e refertato in Telemedicina senza avere idea di chi sia il paziente e che sintomi abbia, poiché qualche anomalia elettrocardiografica è frequente, con buona probabilità indurrà la richiesta successiva di visita cardiologica, magari un ecocardiogramma, allungando ulteriormente le liste d’attesa di queste prestazioni o foraggiando il privato puro».
Ma l’Assomed approfondisce ancora di più:«Davvero il medico (in questo caso il medico di famiglia) può essere sostituto da una valutazione algoritmica del rischio fatta nelle farmacie? Ora, su questo progetto si sono investiti 2,5 milioni fino a fine anno. Quali obiettivi pensiamo di raggiungere facendo a caso ECG e Holter a pazienti con fattori di rischio? Quale percentuale di mortalità e morbidità pensiamo di ridurre, entro fine anno? I 2,5 milioni di euro dati alle farmacie non potevano essere forse usati meglio? Per una campagna di prevenzione, per esempio. O per comperare prestazioni aggiuntive dai medici dipendenti e ridurre le liste d’attesa, degli Holter e di altri esami».