“Non ci si può fare una ragione di un evento tanto innaturale” le parole delle tate del Ciripà di Borgo San Dalmazzo
Nel pomeriggio di mercoledì 24 aprile una bimba di 7 mesi, affidata alla struttura, non si è più svegliata, vani i soccorsi
Borgo San Dalmazzo. Incredulità, impotenza, costernazione. Sono solo alcune delle sensazioni che si respirano da mercoledì 24 aprile, dopo la notizia della morte di una bimba di soli 7 mesi mentre si trovava al babyparking Ciripà di Borgo San Dalmazzo.
Vani i soccorsi allertati dalla struttura, dalle prime informazioni potrebbe trattarsi della sindrome di “morte in culla”.
Intanto le tate del baby-parking ripercorrono gli attimi di quella che loro stesse definiscono “una tragedia devastante, di una portata inimmaginabile.” La messa a nanna come ogni giorno dopo giochi, coccole, cambio pannolino e sorrisi, smorfiette, come fanno i bimbi di pochi mesi, poi la piccola non si è più svegliata.
“Al pensiero di quei due giovani e davvero speciali genitori, dei nonni – raccontano – non ci si può fare una ragione di un evento tanto innaturale, assurdo, ingiusto, insopportabile.”
E’ un grande senso di vuoto quello di cui parlano, come persone e come educatrici che tessono fili di seta e dondolano, ogni giorno, con tutta la dedizione possibile per bimbi e famiglie. “La comprensione e la vicinanza che i genitori e la famiglia ci hanno dedicato non hanno pari nel loro immenso dolore” dicono ringraziando per le testimonianze ricevute in queste ore anche dalle altre strutture.
“Soltanto chi ha questo lavoro nel corpo e nell’anima può comprendere quali significati siano racchiusi nel prendersi cura di una bimba che la famiglia ci ha affidato quando aveva tre mesi. Il sentire quella fiducia smisurata in persone che, in quel momento, si conoscono pochissimo è un motore potentissimo, che spinge ad arrivare dappertutto, il più possibile: osservare il minimo cambiamento di crescita, cambiare un bavagliolo umidiccio, aggiungere un paio di calzine affinché non senta freddo ai piedini. È una cura che fa crescere, germogliare. È una responsabilità enorme quella che portiamo… grande solo quanto l’amore per i bambini e il rispetto reciproco con le famiglie” concludono.