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Società
/A Peveragno le memorie famigliari dell’ex sindaco Stefano Dho
24 maggio 2024 | 11:42



Primo appuntamento del «Ricetto» con le «Veglie 2024» a Santa Margherita, con una lunga «galoppata storica», davanti tanto pubblico
La Associazione «Il Ricetto» ha invitato alla prima serata della nuova serie di «Endouma en vie» («Andiamo alla veglia»), iniziativa molto apprezzata nelle due scorse estati (che riprende antica abitudine contadina locale), vissuta parlando in peveragnese. L’appuntamento è stato per giovedì sera 16 maggio, in frazione Santa Margherita. È stato dedicato alla presentazione del libro dell’ex sindaco Stefano Dho, una ricerca storica sulla sua famiglia («I Dho di Beinette e Peveragno», in copertina lo stemma). Erano presenti Daniela Massucco, ricercatrice di documenti storici, e Simone Dho, curatore della grafica del volume. Come sempre collaboravano la «Compagnia del Birùn» (che tanti appuntamenti propone in questo periodo), la Associazione culturale «Gai Saber», la Biblioteca Civica.
La serata, incerta, umida, dopo pioggia sin al tardo pomeriggio, non ha permesso momento «all’aperto», ma la frazione ha saputo offrire accogliente salone della ex casa canonica…
Il «padrone di casa», leader del locale Comitato frazionale, Marco Cortassa, era molto soddisfatto, contando una novantina di presenti… Per una presentazione di libri trenta persone son già ottimo pubblico, essere arrivati al triplo dimostra l’interesse dell’argomento e la notorietà locale dell’autore. Stefano Dho ha parlato in italiano (visto anche argentini tra il pubblico). Le sue ricerche, sui vari «rami» della sua famiglia son risaliti sin al 1720, arrivando al recente, pandemico, 2020, abbracciando, quindi, tre secoli… Come subito premesso, le vicende famigliari son state ben inserite nel contesto storico…
La scelta di Santa Margherita è stata fatta anche per le origini di parte della famiglia, in quella zona, «mezzadri» (agricoltori, diventati poi «affittuari», che davano al padrone del terreno su cui lavoravano la metà di grano e mais, ma anche dei prodotti dell’orto, aggiungendo cappone a Natale). La piccola proprietà (che non voleva, comunque, dire «vita facile») era più tipica della collina.
Son stati ricordati i morti frazionali e peveragnesi della Prima e Seconda Guerra Mondiale, gli oltre ottanta non tornati dalla Russia… In sala vi era l’Alpino (artigliere) di Santa Margherita Gianpiero Meineri, con cappello, reduce da «Adunata Nazionale» vicentina vissuta «mordi e fuggi» per i tanti lavori dei campi del periodo… Dho ha sottolineato il discorso della migrazione, verso la Francia (e di qui il gemellaggio con Sollies Pont) e l’Argentina (dove anche lui ha fatto viaggio a cercare i discendenti dei parenti). Ha raccontato di Maddalena Campana, conosciuta oltre oceano, novantaduenne, poco prima della morte, sorella del nonno, ma anche di Caterina Campana, della sua vita incrociatasi in quelle vicende con quella di Bartolomeo Lucchino, di Domenica Marchisio, nata il 17 giugno 1928, orfana, abbandonata (eran anni di povertà), poi adottata da coppia senza figli. Come sempre si è commosso ricordando lo zio, Michele Dho, morto il 10 gennaio 1944, fucilato a Peveragno dai tedeschi, il giorno della «strage della Paschetta» (vi si era recato da Beinette, dove viveva).
Ha parlato di Resistenza, cui aderì il padre, Sebastiano Dho, classe 1925, prima nascostosi in una cascina sperduta («Pappagallo», verso Margarita), per evitare l’arruolamento nell’esercito della Repubblica Sociale fascista, denunciato dal Podestà di Beinette (poi «giustiziato»), fuggito con altri durante la deportazione in Germania… Divennero la Banda della Valle Ellero…
Il libro doveva essere «smilzo»… È arrivato a 130 pagine, con tanto lavoro di Simone Dho.
Tra gli altri interventi vi è stato quello dell’ex sindaco, ed ex preside ed insegnante, studioso e ricercatore storico, Ezio Giorgis. Ha parlato di visita a Peveragno di San Giovanni Bosco, negli ultimi anni di vita, a cappella in zona, Tetto Paschi (certo il santo venne a Boves almeno paio di volte, molto amico del parroco, tanto attivo socialmente, come lui insegnava, monsignor Calandri).
Si è accennato ad Anna Campana, ed al «Cavallo Nero»… Alessandro, Alex, Rapa ha rammentato i primi spettacoli con il Birùn ed i «Gai Saber».
Simona Grosso ha fatto notare che son i dieci anni dalla scomparsa di Rita Viglietti, ha rievocato lo spettacolo «Alpino Andrea», portato anche in Piazza peveragnese l’anno scorso, durante il raduno degli «Alpini D’Oc», le «Viasolade», modo per scoprire il territorio, rispettandolo… Ha anticipato lo spettacolo in allestimento, per il 14-15 giugno, su Pietro Toselli e le sue esperienze africane, dal significativo titolo: «Italiani brava gente?» (con punto interrogativo). Il «Birùn» ha concluso presentando una «Santa» a tema, ovviamente Santa Margherita (Rita è il suo abbreviativo), quella di Cortona, duecentesca, che, perso il nobile compagno ucciso, si diede ad attività sociali diventando terziaria francescana…