“Liber(i)tà” |
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A Peveragno una mostra racconta la vita di Rita Viglietti

2 giugno 2024 | 17:21
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A Peveragno una mostra racconta la vita di Rita Viglietti
A Peveragno una mostra racconta la vita di Rita Viglietti
A Peveragno una mostra racconta la vita di Rita Viglietti
A Peveragno una mostra racconta la vita di Rita Viglietti

Nel Salone del Centro Culturale Ambrosino l’omaggio della Compagnia del Birùn alla sua fondatrice a 10 anni dalla scomparsa

Peveragno. Nel Salone del Centro Culturale Ambrosino dal 6 al 13 giugno (nei giorni di apertura della biblioteca e dei musei) la Compagnia del Birùn propone l’esposizione fotografica “Liber(i)tà”, allestita in ricordo e omaggio alla sua fondatrice Rita Viglietti a dieci anni dalla sua scomparsa.
“Rita – si legge in una nota – fu fondatrice, e presidente per ventitre anni, della Compagnia, tempo in cui seppe far riaffiorare e trasmettere, attraverso le attività associative proposte, lo spirito indomito e coraggioso del duca di Biron da cui l’associazione prende il nome e da cui i nostri avi avevano tratto ispirazione fino ad eleggerlo maschera rappresentativa della dignità dei peveragnesi che non si piegano davanti alle ingiustizie e alla prepotenza, ma le combattono a qualunque costo trovando la forza nelle proprie radici e in ciò che davvero conta nella vita: amicizia, lealtà, condivisione. Per ricordarla abbiamo scelto alcuni scatti suggestivi e poetici della fotografa Marilaide Ghigliano in cui sono raffigurate donne di epoche e paesi diversi, ma accomunate da questa capacità di saper vivere ogni momento della vita con trasporto limpido e genuino. Perché, per noi che l’abbiamo conosciuta bene, ricordare Rita è principalmente tramandare il suo straordinario spirito libero e la sua inesauribile capacità di meravigliarsi: due qualità che hanno nutrito la grande determinazione con cui ha saputo immaginare e creare a Peveragno un punto di riferimento per tutti coloro che amano le arti, la storia, la natura e la crescita civile. Ricordarla è un modo per ringraziarla di questo seme che ci ha regalato e che continua a dare i suoi frutti valorizzando il territorio, chi ci vive e lo ama. E ce la fa sentire ancora presente”.
Nelle fotografie che il Birùn ci anticipa, e che riportiamo, vediamo Rita in immagine giovani con la pipa (“la scelta di fumarla, specie per una donna peveragnese di quella generazione era scelta non poco trasgressiva”) ed in Afghanistan, negli anni Settanta (“uno dei «luoghi simbolo mondiali» degli ultimi decenni, davanti ad una delle celebri statue dei «Bubbha» di Bamiyan, a duecento chilometri da Kabul, patrimonio dell’umanità, realizzati nel III e V secolo, quando quella era la principale religione del Paese, prima dell’islamizzazione, alti decine di metri (quarantina uno, oltre cinquantina l’altro), distrutti dai talebani venti anni fa, a cannonate, in quanto giudicati «blasfemi ed idolatri”).