Volti umani e intelligenza artificiale: come le aziende utilizzano il fenomeno della generazione dei visi umani tramite AI

21 giugno 2024 | 11:18
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Volti umani e intelligenza artificiale: come le aziende utilizzano il fenomeno della generazione dei visi umani tramite AI

Tutte le aziende desiderano offrire ai propri clienti esperienze sempre più ricche e coinvolgenti e i progressi fatti negli ultimi anni nella grafica computerizzata, insieme ai progressi nell’intelligenza artificiale (AI), hanno reso addirittura possibile inserire volti simili a quelli umani su chatbot di siti aziendali e su altre interfacce basate su software specifici. Oggi le aziende utilizzano gli esseri umani digitali come assistenti alle vendite, formatori aziendali e influencer sui social media, ad esempio. Se implementati su larga scala, gli esseri umani digitali cambieranno radicalmente il panorama aziendale. Potranno non essere capaci o versatili come i dipendenti umani, ma presentano sicuramente vantaggi in termini di costi, personalizzazione e scalabilità. Una volta “assunti”, non si stancano mai, non si lamentano mai, non chiedono mai un aumento e seguono sempre la politica aziendale.

Ma vediamo come i diversi tipi di esseri umani digitali interagiscono con gli utenti online, quali sono le situazioni in cui è appropriato l’utilizzo di un viso umano creato con AI e quali potrebbero essere i rischi di un uso eccessivo.

Come interagisce un essere umano digitale con gli utenti?

Perché attribuiamo una personalità a ciò che sappiamo essere un costrutto derivante dell’intelligenza artificiale? Perché non possiamo fare a meno di rispondere istintivamente a tutto ciò che sembra essere umano. La ricerca delle neuroscienze mostra che le nostre menti sono in sintonia e reagiscono emotivamente ai segnali facciali. Ecco perché la maggior parte delle persone preferisce comunicare faccia a faccia piuttosto che al telefono. Nel caso degli esseri umani digitali, sappiamo che ciò che vediamo sullo schermo è un costrutto artificiale, ma continuiamo ad interagire istintivamente con esso e non occorre neanche essere necessariamente esperti informatici per interpretare i segnali facciali e far funzionare correttamente lo scambio comunicativo.

In quali contesti è appropriato l’utilizzo di dei visi umani creati con AI?

Gli esseri umani digitali non sono adatti a ogni applicazione. Quando i clienti cercano una comunicazione rapida spesso preferiscono le interfacce tradizionali o gli assistenti solo vocali come Siri o Alexa. Ma gli esseri umani digitali possono essere una scelta azzeccata quando si tratta di comunicare istruzioni complesse o descrivere al meglio le caratteristiche di un prodotto. Anche per questo i video didattici di YouTube hanno così tanto successo rispetto alle classiche pagine di testo. E ancora, magari chi cerca vestiti online potrebbe apprezzare il fatto di vedere l’outfit indossato da qualcuno che gli somiglia per avere un’idea di come gli articoli si abbinano alla propria personalità. In questi casi, un essere umano digitale coinvolgerà maggiormente il cliente, aiuterà a completare la vendita e ridurrà la probabilità di restituzione del prodotto.

Gli esseri umani digitali vengono utilizzati anche come pazienti nella formazione degli studenti in medicina poiché sono anche in grado di simulare pazienti che manifestano sintomi specifici con un alto grado di fedeltà e realismo. E ancora, volti umani creati con AI vengono utilizzati anche in altri contesti, come l’istruzione, la gestione delle risorse umane e la risoluzione delle controversie. Ciò magari grazie al fatto che non si agitano, non si spazientiscono, non si distraggono e possono moderare il tono e la velocità del discorso per soddisfare le diverse esigenze degli utenti.

Un altro contesto in cui vengono utilizzati gli esseri umani digitali è l’assistenza agli anziani. I cosiddetti compagni virtuali sono molto più economici delle residenze assistite o delle case di cura e, non solo offrono compagnia per evitare l’isolamento, ma ricordano anche all’anziano di prendere i farmaci e allertano gli operatori sanitari in caso di emergenza.

Naturalmente, gli assistenti virtuali non possono sostituire gli esseri umani in interazioni complesse e sfumate, come spiegare una malattia grave o individuare problemi di salute mentale, perché non hanno alcuna reale comprensione di ciò che viene comunicato. L’essere umano digitale può interrogare una persona su un argomento e reagire a una serie di risposte, ma non “pensa” mai nel vero senso della parola come farebbe un umano reale.

Il futuro degli esseri umani digitali: rischi e problematiche

Gli esseri umani digitali, anche secondo l’indagine degli esperti di ExpressVPN, stanno dunque rivoluzionando non solo il modo in cui le aziende interagiscono con clienti, fornitori e utenti di ogni genere, ma anche la vita privata dei singoli utenti che navigano ogni giorno sul web, offrendo loro personalizzazione, assistenza e supporto 24/7. Le aziende che abbracciano questa nuova tecnologia ridurranno i costi, aumenteranno i ricavi e otterranno un vantaggio concreto, ma quali potrebbero essere i rischi e le problematiche di un eccessivo utilizzo degli esseri umani creati con intelligenza artificiale?

Uno dei problemi più evidenti riguarda la sfera etica e quella relativa a sicurezza e privacy personale. Molte volte, infatti, la creazione di un volto umano digitale tramite AI non fa altro che replicare le sembianze di una persona in carne ed ossa esistente nel mondo reale e lo fa senza alcun consenso della persona violandone diritti e privacy. Questo è senza dubbio uno dei rischi di questo fenomeno che richiederebbe una supervisione normativa più rigida, oltre al fatto che l’utilizzo in toto di visi umani digitali che sostituiscono le persone nel campo lavorativo potrebbe ridurre notevolmente la possibilità di trovare un’occupazione.