Chiude la storica sede di Cuneo di Axactor: in 100 trasferiti

22 luglio 2024 | 17:43
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Chiude la storica sede di Cuneo di Axactor: in 100 trasferiti
Antonio Cataneo, Amministratore Delegato di Axactor Italy

«Circa 100 lavoratrici e lavoratori che improvvisamente si ritroveranno a dover subire una decisione che inevitabilmente porterà la maggior parte di loro a dover dare le dimissioni»

È difficile credere a quello che sta succedendo alla Axactor di Cuneo dopo aver letto alcune cose su internet. «Axactor è un’azienda internazionale, moderna e innovativa, fondata su valori quali fiducia, passione e proattività. (…) Qual è il fattore principale del nostro successo? Sicuramente le nostre persone: risorse talentuose con una solida esperienza, una grande passione e la capacità di affrontare le sfide in maniera proattiva, ricercando sempre nuove opportunità».

Il sito Great Place To Works (Il miglior posto  dove lavorare – ndr) dà notizia dell’assegnazione al Gruppo multinazionale nato a Cuneo e specializzato sia nella gestione dei crediti per conto di terze parti che nell’acquisto di portafogli NPL (prestiti non performanti – ndr), con piattaforme operative in Finlandia, Germania, Italia, Norvegia, Spagna e Svezia, di aver ottenuto in Italia, per il secondo anno consecutivo, la certificazione “Great Place to Work®”. La certificazione è stata ottenuta per tutte le sedi italiane di Axactor: la storica sede di Cuneo in cui sono presenti oltre 100 dipendenti e le due nuove sedi di Grosseto e Milazzo (Messina), che contano rispettivamente 80 e 120 dipendenti, integrate nel Gruppo Axactor grazie all’acquisto della società C.R. Service – Credit Recovery Service S.r.l., avvenuto nel 2021.

Antonio Cataneo, Amministratore Delegato di Axactor Italy e C.R. Service ha così commentato: “Siamo molto soddisfatti che i nostri collaboratori abbiano valutato nuovamente in modo così positivo Axactor in Italia. I nostri dipendenti sono infatti la nostra risorsa più importante e avere una certificazione come Great Place to Work con punteggi alti per credibilità, rispetto, equità e orgoglio rappresenta un importante traguardo e ci sprona a costruire ogni giorno di più una cultura basata sulla fiducia”.

A fronte di questo, riceviamo una nota di Fiscscat Cisl e di UilTucs Uil che informano della crisi aziendale.  «A far data dal prossimo 1 gennaio 2025 chiuderà la sede di Cuneo e spacchetterà il personale dipendente ricollocandolo in tre diverse province (Milano, Grosseto e Milazzo) a seconda delle professionalità e mansioni svolte».

La decisione è stata comunicata con una mail al personale interessato. «Circa 100 lavoratrici e lavoratori che improvvisamente si ritroveranno a dover subire una decisione che inevitabilmente porterà la maggior parte di loro a dover dare le dimissioni» sottolineano ancora Alessandro Lotti e Andrea Stasi della Fisascat Cisl. «Non riusciamo a comprendere né tantomeno a condividere un piano aziendale che, oltre a non essere credibile, stravolge unicamente le condizioni di vita dei lavoratori e delle proprie famiglie», chiosa Fabio Bove della Uiltucs.

Le organizzazioni sindacali precisano che «questa sorprendente decisione aziendale è uno schiaffo all’occupazione sul territorio cuneese, perchè la maggior parte dei dipendenti di Axactor svolgono attività professionali che non giustificano il trasferimento. Stiamo parlando, in particolare, dei lavoratori addetti al Phone Collection, attività che può essere gestita in qualsiasi località e che se ci fosse la volontà aziendale potrebbe senza dubbio essere ricondotta allo Smart Working così come altre professionalità presenti in azienda».

«Dubito fortemente che chi oggi guadagna 1300 euro al mese deciderà a cuor leggero di trasferirsi in una città come Milano dove il costo della vita non è minimamente paragonabile a Cuneo, oppure si trasferirà a più di 1000 km di distanza avendo vincoli familiari di un certo tipo» sostiene ancora Alessandro Lotti.

«Il piano aziendale promosso da Axactor – sottolinea ancora Bove – potrà produrre un solo risultato certo: la perdita di occupazione stabile sul territorio cuneese che, quasi certamente, sarà sostituita con l’inserimento di nuovo personale assunto nelle altre sedi con rapporti di lavoro a termine o con contratti atipici».

Fisascat Cisl e Uiltucs Uil hanno ricevuto il mandato dai lavoratori di aprire lo stato di agitazione sindacale. L’assemblea ha autorizzato all’unanimità a «mettere in campo ogni azione valida per poter percorrere strade alternative a quella che ad oggi ha tutte le caratteristiche di un licenziamento collettivo camuffato da trasferimento».