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Eli Trekker, da piccola scalatrice a voce su Instagram del trekking delle valli piemontesi

26 luglio 2024 | 10:16
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Eli Trekker, da piccola scalatrice a voce su Instagram del trekking delle valli piemontesi
Elisa Giaccardi - Eli Trekker

“È straordinario come quei momenti continuino a influenzare la mia vita anche ora che sono adulta. Forse è proprio per questo che passo tanto tempo tra i monti, per ricordare i momenti felici e spensierati della mia infanzia, quando le cose più semplici erano anche le più preziose.”

Ritorna il nostro appuntamento con la rubrica “Volti di Granda”, le interviste di Cuneo24 dedicate ai talenti della provincia di Cuneo. La protagonista dell’intervista di oggi è Eli Trekker, all’anagrafe Elisa Giaccardi. Elisa è molto seguita da ragazze e ragazzi su Instagram dove racconta le sue esperienze di trekking nelle valli piemontesi. La sua voglia di fare e il suo amore per la montagna l’hanno spinta a seguire una strada che l’ha portata a diventare una guida escursionistica ambientale. La sua storia è affascinante e fa emergere come le esperienze che facciamo da bambine e bambini influenzino il nostro percorso di vita. Elisa, con grande dedizione e costanza, ha trasformato una passione in una missione e in seguito in un lavoro. Ha scelto come canale principale Instagram, ma ha attivato una serie di progetti dedicati agli escursionisti anche su altre piattaforme. È una giovane di venticinque anni e un’esperta della natura che parla di montagna, trekking e turismo sostenibile, diventando un punto di riferimento per gli under 35 che condividono il suo punto di vista.
Tutto questo ci ha spinto a intervistarla.

Ciao Elisa, per cominciare raccontarci come è nata la tua passione per il trekking?
La mia passione per il trekking è nata circa tre anni fa, quando decisi di percorrere il Cammino Portoghese verso Santiago de Compostela. Tuttavia, l’amore per la montagna è sempre stato parte di me, fin da quando ero piccola.
I miei nonni avevano una casa in Valle Grana, in una piccola borgata semi sperduta. Ogni estate, raccoglievamo le patate a fine agosto, poi passavamo alle susine, ai fagiolini e così via. Mio nonno passava le giornate a coltivare e ad accudire gli animali. Con lui ho imparato il valore dell’attesa, aspettando che le piante dessero i loro frutti, un po’ come nella vita. Di giorno andavamo in bicicletta lungo i sentieri del torrente Grana, e a volte io e mia sorella Chiara cadevamo nelle “bialere” piene di ortiche.
Ho iniziato ad arrampicare in quel periodo. Vicino a noi c’era un cascinale con tante balle di fieno impilate una sull’altra, e noi ci arrampicavamo ogni volta. La cosa più bella del vivere in montagna era incontrare i caprioli durante le passeggiate serali, mentre scendevano a valle per abbeverarsi al fiume.
Di sera, i nonni ci raccontavano storie di masche (ndr la strega del folclore piemontese) e così ho iniziato ad appassionarmi alla scrittrice per eccellenza di questo tema, Maria Tarditi.

La montagna è un punto fondamentale del tuo lavoro, che tipo di legame c’è tra voi?
Amavo la semplicità della montagna, la tranquillità della sera con i grilli che cantavano e le lucciole che mi circondavano mentre mi dondolavo sull’altalena in giardino. Il ricordo più bello era svegliarsi con la luce del sole che filtrava attraverso le persiane socchiuse e trascorrere i pomeriggi a fare la conserva, osservando mio nonno mentre preparava i salami. È straordinario come quei momenti continuino a influenzare la mia vita anche ora che sono adulta. Forse è proprio per questo che passo tanto tempo tra i monti, per ricordare i momenti felici e spensierati della mia infanzia, quando le cose più semplici erano anche le più preziose.

Molti ti conoscono su Instagram come eli_trekker, qual è stata la voce dentro di te che ti ha detto “proviamoci”?
Circa quattro anni fa, ho deciso di voler iniziare a promuovere la bellezza delle nostre valli e del nostro territorio. Ho frequentato un corso di ospitalità turistica al Formont di Peveragno, della durata di circa un anno, e per qualche tempo ho lavorato nel settore. Quando è scoppiato il Covid, ho cercato lavoro in altri ambiti, perdendo un po’ la speranza di seguire il mio sogno. Eccomi qui, quattro anni dopo, la luce è ritornata e ho conseguito l’abilitazione da Guida Escursionistica Ambientale. Non ci credo ancora quando ripenso al viaggio che ho fatto.
Mi ricordo ancora il mio primo reel, un semplice video dei laghi di Riofreddo in Valle Stura. Ricordo che dissi a mia sorella: “Chiara, io voglio fare questo.”
Sul mio canale Instagram vorrei che le persone vedano la montagna con i miei stessi occhi sognanti. Credo sia importante condividere la bellezza che ci circonda, sempre prestando attenzione quando si cammina sui sentieri. La montagna non va mai sottovalutata: prima di intraprendere qualsiasi attività in montagna, bisogna conoscere pienamente a cosa si va incontro, soprattutto per i pericoli che si potrebbero presentare. Mai improvvisarsi, perché la montagna NON perdona.
Un’altra cosa importante è cercare di non lasciare traccia del nostro passaggio in natura. Rispettare la bellezza che ci circonda per le generazioni future. C’è un vecchio proverbio: una società diventa grande quando gli anziani piantano alberi sapendo che non siederanno mai sotto la loro ombra.

Non sei solo una guida Escursionistica Ambientale, ma sei la fondatrice della community Trekkerando”. Una community che si sta facendo notare. Di cosa si tratta?
Nel 2021, ho creato un semplice gruppo WhatsApp tra amici per organizzare uscite in montagna nei fine settimana. Eravamo un gruppo di circa 7-8 persone. Con il passaparola, il gruppo è cresciuto e ho dovuto interrompere le escursioni di gruppo per questioni di sicurezza. Oggi il gruppo è una community dove circa 400 persone condividono idee, eventi, foto e video delle loro escursioni. Una sorta di social della montagna, ma più ristretto, con piemontesi e qualche ligure.

La scelta di diventare guida è stata dettata da qualche fattore in particolare?
Ho deciso di diventare Guida Escursionistica Ambientale per vivere la montagna in modo più profondo e responsabile. Ho imparato moltissimo e ringrazierò sempre i miei docenti e compagni per avermi accompagnato in questo cammino. Spero di svolgere questa professione nel mio futuro e sto pian piano muovendo i primi passi verso la meta. Fa paura, ma sono motivata a seguire questa strada.

Credi che il tuo lavoro abbia un impatto sul turismo in montagna?
Il mio impatto sul turismo in montagna spero sia positivo, sia a livello ambientale che umano. Credo profondamente in un turismo sostenibile che non alteri il nostro ecosistema. Abbiamo tantissime potenzialità nel Cuneese, spesso non valorizzate a dovere. Anche se molti creator e operatori turistici ci stanno già lavorando!
Spesso ho pensato di non essere all’altezza, non essendo una vera e propria valligiana, ma amo la montagna con tutto il cuore e ho un legame molto profondo con lei, anche se non la vivo 365 giorni l’anno. L’importante è collaborare con persone e realtà legate alla montagna per offrire un’esperienza completa a chi cammina con noi.