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Alla Banca di Cherasco un progetto sulla gentilezza nei luoghi di lavoro

20 settembre 2024 | 08:01
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Alla Banca di Cherasco un progetto sulla gentilezza nei luoghi di lavoro
Alla Banca di Cherasco un progetto sulla gentilezza nei luoghi di lavoro
Alla Banca di Cherasco un progetto sulla gentilezza nei luoghi di lavoro

L’iniziativa (nata da un concorso di idee tra dipendenti) presentata con l’imprenditrice Cristina Ghiringhello

“La gentilezza è sinonimo di fiducia, trasparenza, ascolto, chiarezza. Sono atteggiamenti positivi, significa prendersi cura di sé, delle persone intorno a noi e dell’ambiente. E non va confusa con cortesia, educazione o debolezza. Perché praticare gentilezza crea un migliore ambiente di lavoro che genera a sua volta migliori risultati”. Così Cristina Ghiringhello, Direttrice Generale della scuola professionale e agenzia canavese Ciac, nominata tre anni fa “prima imprenditrice della Gentilezza in Italia”. Ghiringhello l’altra sera è stata ospite nell’auditorium di Banca di Cherasco, di fronte 150 dipendenti dell’Istituto di Credito Cooperativo, oltre a Direzione Generale e Consiglio d’Amministrazione. Il suo discorso è servito a “introdurre” un inedito progetto su “gentilezza e business” che dalle filiali dell’Istituto di Credito Cooperativo arriverà a coinvolgere anche due classi della scuola primaria dell’Istituto Comprensivo Taricco.

Prima dell’incontro di presentazione il Direttore Generale di Banca di Cherasco, Marco Carelli, ha detto: “Alla fine dello scorso anno abbiamo lanciato il concorso di idee tra i dipendenti, battezzato Green team: sono arrivate 25 proposte e abbiamo premiato tre progetti in ambito Esg. Per il benessere dell’ambiente la piantumazione di nuovi alberi vicino alla sede di Roreto, per il benessere della collettività il progetto sul volontariato aziendale nelle onlus del territorio a cui hanno aderito oltre 100 colleghi. Infine nell’ambito del benessere delle persone il progetto sulla gentilezza che vede la luce partendo dall’incontro con Ghiringhello”.

L’imprenditrice canavese ha parlato dell’importanza del lavoro basato sulla condivisione. Ha spiegato: “Veniamo da una storia recente che ha premiato anche nelle imprese modelli di leadership tradizionalmente più “maschili”, ovvero orientati a risultato, controllo e rapidità. I modelli femminili sono più legati a relazione, ascolto e intelligenza emotiva. Servono entrambi i modelli, ma l’approccio esclusivamente maschile comporta risultati aziendali peggiori”. Ancora: “Il mondo del lavoro è cambiato anche per chi si occupa di risorse umane: prima le aziende selezionavano il personale, nel post pandemia, piaccia o no, sono i più giovani a scegliere l’azienda. Un paradigma invertito rispetto al passato. E l’azienda ora fa marketing anche per attrarre persone. Contano fiducia e trasparenza, raccontando per bene cosa troveranno i ragazzi una volta assunti. L’approccio gentile è utile, crea un ambiente di lavoro positivo e la libertà di esprimere le proprie opinioni, lanciare idee e proposte. In alcune aziende c’è un manager che si occupa di felicità: perché aumenta la produttività, diminuisce il turn-over, migliora i risultati. Il primo imprenditore della gentilezza è stato Olivetti, già il padre Camillo e poi il figlio Adriano: la scelta di investire in cultura e servizi ha portato a risultati e primati. Lavorare in un ambiente sereno, felice e positivo dipende da noi. E l’esempio resta il modo migliore per mettere in pratica questo approccio”.