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La Verità: «Cuneo vieta l’alcol contro il degrado. La sharia cuneese non perdona».

1 settembre 2024 | 19:00
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La Verità: «Cuneo vieta l’alcol contro il degrado. La sharia cuneese non perdona».
La seconda pagina de La Verità di oggi, 1 settembre

Il quotidiano nazionale La Verità fondato e diretto da Maurizio Belpietro mette in seconda pagina, sotto al titolo «Lotta all’invasione» e alla vicenda di Bergamo un articolo in cui spiega che la sindaca del Pd porta il proibizionismo nella città piemontese. Il crack spacciato dagli stranieri nelle stesse zone, invece, resta «libero»

La Verità, il quotidiano nazionale fondato e diretto da Maurizio Belpietro, pubblica nell’edizione di oggi, 1 settembre, un articolo in seconda pagina del giornalista Antonio Rossitto riportando la notizia delle ordinanze, ormai storiche, prima della amministrazione Borgna e poi dell’amministrazione Manassero, che impongono il divieto di consumo di bevande alcoliche e superalcoliche in alcune aree pubbliche, o assoggettate a uso pubblico della città, in particolare nel quadrilatero della Stazione, in Piazza Boves e dal 19 agosto nella zona dell’Agorà.

L’articolo suggerisce a Elly Schlein«un pirotecnico comizio in piazza Galimberti, nella pulsante Cuneo» ricordando che la segretaria del Pd, poco prima della stagione torrida, ha attaccato la premier, Giorgia Meloni, perché «cancella la libertà delle persone». «Ebbene – scrive l’articolista – è proprio nelle Langhe che si consuma l’ultimo attentato all’arbitrio. Con un crudele contrappasso, tra l’altro: nella terra del Barolo e del Barbaresco, la sindaca cuneese decide di proibire l’alcol, da mane a sera, in diverse zone della città». Ricorda poi che Cuneo «è pure la città di Chiara Gribaudo: deputata dem, fu coordinatrice nazionale dei comitati di Schlein, già sua coinquilina a Roma, dunque vice presidente del partito».

Il quotidiano continua: «La brillante trovata, in effetti, sembra unica nel suo genere. È un’idea tutta cuneese «pensata in casa nostra», spiega orgogliosa Manassero. Cosa c’è di meglio, per evitare disordini pubblici, che limitarsi a chinotto e aranciata? La decisione era già stata presa qualche tempo fa. Ma visti i risibili risultati, la sindaca piddina ha giustamente deciso di aumentare le zone del divieto da metà agosto: per «equilibrio di convivenza civile tra esercenti, residenti ed avventori». Nella zona attorno alla stazione viene bandito il consumo di alcol per un anno: sedici luoghi tra vie, piazze e parchi. E nei locali è vietato l’asporto dalle 21 alle 7. Si rischiano multe notevoli: da 25 a 500 euro. La polizia locale, intanto, dall’inizio 2024 ne ha già staccate 96».

La critica si fa più precisa con il ricorso al comunicato che è stato emesso dai radicali cuneesi: «Meglio rimuovere la causa, piuttosto che l’effetto. Con il rischio, magari, di spostare il degrado qualche centinaio di metri più in là. A quel punto, che si fa? Cuneo diventa la prima città dove non si può bere per strada nemmeno uno spritzetto? I radicali cuneesi commentano basiti: «Nonostante la sicurezza sia un tema politico centrale, è deludente vedere come misure illiberali, ineffcaci e giustizialiste non abbiano colore politico. È evidente che ci siano alcuni problemi da gestire in città, ma lo è ancora di più il fatto che le precedenti ordinanze si siano dimostrate totalmente inutili».

Il finale è plateale: «Insomma: mentre Elly si batte a Roma per liberalizzare la cannabis, a Cuneo negano persino un goccetto. Ma anche la segretaria adora tracannare all’aperto. Una volta, in un’intervista, le domandarono: da universitaria, a Bologna, ha vissuto «la fase delle birrette sotto i portici»? E lei: «Credo di non averla mai terminata». E se dovesse passare in città per salutare la vecchia coinquilina? Si prepari all’epocale multa. La sharia cuneese non perdona».