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Cronaca
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Sindacato agenti penitenziari al Cerialdo per denunciare le criticità del carcere di Cuneo

27 settembre 2024 | 16:58
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Sindacato agenti penitenziari al Cerialdo per denunciare le criticità del carcere di Cuneo

Le condizioni della Casa Circondariale di Cuneo continuano ad essere allarmanti per sovraffollamento, carenza di organico (specie del ruolo degli Ispettori) e difficoltà nella gestione della popolazione detenuta”, denunciano i sindacalisti

Oggi (venerdì 27 settembre) il Segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, Donato Capece, accompagnato dai quadri sindacali del Piemonte guidati dal segretario regionale Vicente Santilli, ha visitato il carcere di Cuneo. “Le condizioni della Casa Circondariale di Cuneo continuano ad essere allarmanti per sovraffollamento, carenza di organico (specie del ruolo degli Ispettori) e difficoltà nella gestione della popolazione detenuta”, denunciano i sindacalisti. “Come denuncia il SAPPE, il primo e più rappresentativo della Polizia Penitenziaria”, proseguono, “oramai da diverso tempo viene denunciata la precaria situazione penitenziaria del Piemonte, che si caratterizza per atti particolarmente violenti contro i poliziotti penitenziari e dall’assenza di provvedimenti contro chi si rende responsabile di queste inaccettabili violenze. La nostra presenza, qui oggi, vuole essere anche una testimonianza di vicinanza e solidarietà con le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria che ogni giorno, con grande professionalità e umanità, lavorano al Cerialdo alla luce dell’ingiusto ed ingiustificato clamore mediatico su episodi che sarebbero avvenuti all’interno della Casa circondariale di Cuneo e sui quali sta indagando la magistratura: i processi si devono fare nelle aule di giustizia e non sui giornali”. 

“Aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale, così come le risse ed i tentati suicidi, sono purtroppo all’ordine del giorno”, conclude Capece, che informerà i vertici del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria sul “mancato auspicato miglioramento delle condizioni di lavoro del personale del Corpo di Polizia Penitenziaria in servizio presso gli istituti penitenziari del Piemonte, per larga parte accomunati da gravissime criticità: una importante carenza di personale; il costante verificarsi di eventi critici, nella maggior parte dei casi aggressioni nei confronti di personale; l’introduzione di oggetti e materiali non consentiti (droga, telefonini; etc.); l’assenza di medici e la precarietà di quelli presenti, la maggior ha infatti un contratto a tempo determinato di soli pochi mesi”. Per Capece, “la Polizia Penitenziaria è veramente stanca di subire quotidianamente gratuite violenze per l’incapacità di una Amministrazione che non riesce ad intercedere ai livelli politici competenti, anch’essi sicuramente non esenti da gravi responsabilità”. Per questo, servono “interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. Servono poliziotti e regole d’ingaggio chiare, tecnologia e formazione per chi sta in prima linea nelle Sezioni, strumenti di difesa e contrasto delle violenze. Bisogna applicare ai violenti l’arresto in flagranza di reato per i detenuti che aggrediscono poliziotti penitenziari o mettono in grave pericolo la sicurezza del carcere, il carcere duro con isolamento fino a 6 mesi (articolo 14 bis dell’Ordinamento penitenziario) ed il trasferimento immediato in particolari sezioni detentive a centinaia di chilometri dalla propria residenza, come prevede il successivo articolo 32 del Regolamento. Sicuramente, a molti detenuti violenti la voglia di creare disordini mettendo a rischio la sicurezza delle carceri oppure aggredire  il personale passerà”.