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Enrico Testa, il viaggio tra le vette della Valle Varaita immortalando l’anima della montagna

11 ottobre 2024 | 09:15
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Enrico Testa, il viaggio tra le vette della Valle Varaita immortalando l’anima della montagna
Enrico Testa - Fotografo

“La mia idea è che se vogliamo che le nostre montagne continuino ad essere belle almeno quanto oggi, sia necessario portare giovani in montagna per vivere e lavorare incentivando l’apertura di nuove attività e lo smartworking potenziando le reti internet. Non bastano tre mesi di turismo l’anno a bloccare il fenomeno dello spopolamento, occorre curare ogni aspetto per portare vita in montagna tutto l’anno, da questo trarrà beneficio anche il turismo.”

L’appuntamento con la rubrica dedicata ai talenti della Provincia di Cuneo torna con l’intervista a un fotografo che da solo ha saputo trasformare la sua passione in un progetto di valorizzazione territoriale. Ospite di “Volti di Granda” è Enrico Testa, ideatore del noto calendario della Valle Varaita e conosciuto su Instagram come Valle Varaita Photo. Un fotografo che ha conquistato un ampio pubblico grazie alle sue immagini che catturano la bellezza della Valle Varaita e la fanno conoscere in tutta Italia. La sua passione per la montagna e per la Valle, nata sin da piccolo grazie ai genitori, è cresciuta nel tempo e lo ha portato a raggiungere i risultati di oggi. Enrico non si limita a rappresentare la natura, ma in prima persona trasmette anche un messaggio chiaro sull’importanza di preservare l’ambiente e di vivere la montagna in modo rispettoso e consapevole. La sua storia dimostra che, con passione e determinazione, ogni persona può contribuire in modo significativo alla valorizzazione del proprio territorio, anche partendo da soli.

Una storia cha va raccontata ed è per questo che abbiamo deciso di intervistarlo.

Ciao Enrico. Come è nata la tua passione per la fotografia? Che impatto ha sulla tua vita?
Fin da bambino sono sempre stato attratto dalla fotografia e dall’informatica, saltando da un interesse all’altro. Dopo i 20 anni ho iniziato a fare i primi viaggi da solo ed ho iniziato ad appassionarmi sempre di più alla fotografia, così intorno ai 25, quando ho iniziato a praticare escursionismo con costanza, mi sono “specializzato” nella fotografia paesaggistica in montagna.
Trovo che fotografare paesaggi mi rilassi, specialmente negli orari dell’alba o del tramonto quando non c’è nessuno. La ricerca di un particolare scatto mi costringe a studiare percorsi e orari, attrezzatura e abbigliamento tecnico idonei. Inoltre, vado sempre da solo per cui è un modo per staccare completamente dalla vita di tutti i giorni, ragionare su alcune cose importanti e a volte mettere anche in ordine i pensieri.

Per fotografare la natura è necessario un legame profondo per poterla interpretare. Come hai coltivato questo legame?
Da bambino amavo qualsiasi animale e ancora oggi amo la natura che ci circonda. Negli anni questa passione mi ha portato a conoscere molto bene la fauna del nostro territorio e ultimamente ad approfondire la flora spinto principalmente dalla curiosità, ma della natura apprezzo soprattutto la sua semplicità, il suo utilitarismo.
Viviamo in una società che ci obbliga a seguire miriadi di regole che sono solo “forma”, mentre in natura si bada sempre al contenuto senza che ci sia spazio per i fronzoli. E anche questo trovo che sia estremamente piacevole e rinfrancante.

Hai un legame particolare con la Valle Varaita. Ci sono cime o sentieri che frequenti regolarmente?
Ho una casa a Sampeyre per cui l’ho sempre frequentata con i miei genitori con i quali si faceva qualche gita e qualche escursione. Con gli anni e le amicizie crescenti ho scoperto sempre di più l’alta Valle, i suoi sentieri e le sue montagne che ormai conosco molto bene. Moltissime montagne le ho salite più volte nella mia vita e anche se potrebbe apparire come un limite in verità mi ha permesso di scoprire le tante sfaccettature di questi luoghi, come cambino in base all’orario o alla stagione, a passare 100 m più a destra o a sinistra. Molte persone vanno in montagna facendo la collezione di cime, eppure nella corsa a fare il numero vedono poco e ricordano ancora meno se non le loro performance. Io preferisco guardare e conoscere, andare, tornare, montare una tenda e godermi ogni luce e ogni riflesso. Ogni volta scopro cose nuove che non avevo notato la volta precedente.

Realizzi da molti anni un calendario sulla Valle Varaita molto apprezzato dal pubblico. Hai incontrato difficoltà lungo il percorso di realizzazione?
Ho iniziato perché avevo tante foto sul pc e mi dispiaceva tenerle lì oppure darle in pasto ai social accontentandomi di ricevere qualche like fine a se stesso, per cui ho tentato questo esperimento che è andato bene. Ho proseguito negli ultimi 10 anni con un migliaio di numeri l’anno ed è sempre stato molto apprezzato anche se gli ultimi anni le difficoltà non sono mai mancate, anzi. I prezzi di stampa e realizzazione sono aumentati a dismisura e non essendo riuscito ad attirare l’interesse degli enti che si occupano di turismo sulle nostre montagne ho dovuto ultimamente ricercare degli sponsor che permettessero di mantenere il prezzo di vendita al cliente il più basso possibile. Non è facile trovare degli sponsor perché il periodo non è facile per nessuno, ma devo ringraziare i privati, alcuni nuovi e alcuni storici, che hanno permesso di arrivare anche quest’anno a portare il calendario nelle edicole: Hotel Residence Torinetto, Saluzzo Broker, Tecnocasa (Verzuolo), eViso, Antagonisti, Clorofilla, Marello e CuneoDice, a cui si aggiungono i Comuni di Costigliole Saluzzo, Bellino, Brossasco, Casteldelfino, Melle, Sampéyre e Verzuolo.

Qual è la tua opinione sull’attuale sviluppo del turismo in montagna e quali pensi siano le soluzioni per garantire un futuro sostenibile per queste aree?
Credo che negli ultimi anni il turismo sia stato dappertutto un po’ troppo divinizzato. Pare che le montagne debbano esistere solo in funzione dei turisti che arrivano in estate o in inverno senza che si pensi mai a tutti gli altri giorni dell’anno. La mia idea è che se vogliamo che le nostre montagne continuino ad essere belle almeno quanto oggi, sia necessario portare giovani in montagna per vivere e lavorare incentivando l’apertura di nuove attività e lo smartworking potenziando le reti internet. Non bastano tre mesi di turismo l’anno a bloccare il fenomeno dello spopolamento, occorre curare ogni aspetto per portare vita in montagna tutto l’anno, da questo trarrà beneficio anche il turismo.

Perché ritieni che la fotografia sia il mezzo migliore per promuovere la Valle Varaita? Cosa pensi dell’efficacia dei social media in questo contesto?
Credo che sia ancora il modo più immediato per raggiungere molte persone e per cercare di trasmettere le bellezze che ci circondano. I social però si evolvono velocemente e oggi vanno per la maggiore i reel che credo diano spesso più visibilità a chi li fa che al luogo che appare in quei pochi secondi di filmato. Io non miro a fare il divulgatore o l’influencer, sono già felice di sapere che i miei scatti possano essere di ispirazione ad altre persone che cercano in montagna le mie stesse emozioni.

Hai mai partecipato a concorsi o ricevuto premi per le tue fotografie? Come queste esperienze hanno influenzato i tuoi progetti futuri?
Ho fatto alcune mostre in passato in vallata e alcune serate fotografiche presso circoli e associazioni fin nel Torinese. Ho partecipato ad alcuni concorsi raggiungendo un paio di podi ma da anni ho smesso di partecipare perché non amo il clima di competizione. Sono stato anche giudice diversi anni al concorso fotografico che ogni anno si tiene a Pontechianale, ma proprio aver vissuto da dentro la difficoltà di avere un metro di giudizio coerente che tenga conto di tutti gli aspetti di una fotografia mi ha allontanato da questo. Ad oggi non ho progetti definiti per il futuro, ho alcune idee ancora fumose ma sicuramente mi piacerebbe continuare a trovare il modo di rendere utili le mie fotografie. Per adesso mi godo i calendari 2025 che sono appena usciti nei negozi della vallata e che dall’autunno arriveranno anche in pianura. Ogni cosa a suo tempo.

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