Il caso di Cava Marinetta a Cherasco: rinaturalizzare o coprire di fotovoltaico?

27 ottobre 2024 | 14:03
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Il caso di Cava Marinetta a Cherasco: rinaturalizzare o coprire di fotovoltaico?
Il caso di Cava Marinetta a Cherasco: rinaturalizzare o coprire di fotovoltaico?
Il caso di Cava Marinetta a Cherasco: rinaturalizzare o coprire di fotovoltaico?

L’associazione ComuneRoero riapre il caso accusando il Comune di inerzia. La replica del Sindaco.

Esiste a Cherasco un problema, ad oggi insoluto, che riguarda una cava di materiale ghiaioso la cui coltivazione è iniziata nel 2015 a seguito di una prima richesta datata 2012, oggi dismessa da anni, ma ancora non rinaturalizzata.

In questi ultimi giorni, a seguito della notizia di un interesse privato al riutilizzo del terreno della ormai ex cava per la realizzazione di un campo fotovoltaico a valere sui fondi del PNRR e di un passaggio in consiglio comunale legato alla seduta del 17 ottobre scorso, in cui si è parlato anche della cava, l’associazione di volontariato ComuneRoero è tornata sulla questione con una prima interlocuzione con l’amministrazione comunale ed una lettera aperta alle testate giornalistiche al fine di aprire una pubblica discussione.

Così scrive Cesare Cuniberto, presidente di ComuneRoero: “La cava Marinetta si trova a Cherasco: la coltivazione è stata autorizzata dal Comune il 9 Febbraio 2015 e la ditta autorizzata, OMG Scavi, ha interrotto i lavori dopo pochi anni e dal gennaio 2023 risulta in liquidazione e cancellata dal registro delle imprese.

Il 30 Aprile 2015, come prescritto dalla Autorizzazione Comunale, la OMG stipulava con Cofidi Reale di Roma (appartenente a Confcommercio) una polizza fideiussoria di 903.000€, a favore del Comune, escutibile nel caso in cui a fine lavori la cava non fosse stata ritombata e ripristinato il terreno per destinarlo al coltivo.

Siamo venuti a conoscenza che nel Consiglio Comunale del 17/10 si è parlato anche della cava Marinetta, pur senza menzionarla.

Dal 10 settembre 24, giorno del sopralluogo alla cava con Regione, Provincia e Comune, a cui partecipammo, non siamo stati informati di nessun passo in avanti concreto, nonostante il verbale, redatto a seguito dello stesso, richiamasse il Comune all’approfondimento del tema fideiussorio.

Abbiamo quindi deciso di inviare al Sindaco una pec per richiamare l’attenzione della prossima Commissione Ambiente sui rischi e sui problemi che potrebbero generarsi se la fideiussione non risultasse più escutibile.”

Prosegue Cuniberto: “Ci pare che dall’Amministrazione venga dato perscontato che la fideiussione non sia più escutibile e quindi si ragiona sulle compensazioni che il Comune potrebbe richiedere ai proprietari del terreno a seguito della domanda di realizzazione del fotovoltaico a terra con i soldi del PNR, che il Comune obtorto collo dovrà autorizzare. Così facendo il terreno anziché ridiventare coltivabile, dopo essere stato ritombato, verrebbe  riempito di pannelli fotovoltaici e ci farà “male anche dal punto di vista visivo”

In sostanza, vista la nuova esigenza di utilizzo, la cava potrà ospitare un impianto fotovoltaico solo se verrà dichiarata “dismessa”, e per essere dichiarata “dismessa” occorre che non ci siano fideiussioni attive.

ComuneRoero fornisce ancora alcune informazioni in merito, sottolineando i dubbi nei confronti dell’operato del Comune: “Il Consorzio Garanzia Fidi Confidi Reale (appartenente a Confcommercio), sottoscrittore della fideiussione, risulta fallito in data 3/3/2016. Come mai il Comune  si è interessato del problema solo il 1/9/2023, quando ha scritto al Tribunale di Roma per essere ammesso nel fallimento, ben 7 anni e mezzo dopo il fallimento di Confidi?
È mai possibile che, di OMG Scavi, il Tribunale, il Curatore Fallimentare, la Banca FIDEURAM, presso cui era attivo il c/c Confidi, la Confcommercio – nessuno abbia fatto segnalazioni di alcun tipo al Comune?

Se così fosse, il Comune avrebbe diritto di rivalsa nei confronti dei responsabili.”

Dal canto suo, il Sindaco Claudio Bogetti, da noi interpellato, ricostruisce in modo piuttosto analogo la storia della cava, sottolineando l’impegno profuso ai tempi del  procedimento in conferenza dei servizi per poter riuscire a far autorizzare solamente la coltivazione di metà della superficie richiesta, vista anche la superficialità della falda acquifera presente in loco: “La ditta cominciò a cavare nel 2015, ma smise dopo poco tempo. Il mio mandato cessò nel 2019 e da giugno 2024, quando sono stato rieletto sto cercando di interessarmi per capire come agire.”

Sottolinea di aver dato mandato all’avvocato Alessandro Sciolla di Torino per trovare la modalità per “recuperare” la fideiussione: “diversamente dovremo rivalerci sulla proprietà per il ripristino. Si tratta forse di una problematica che nella passata legislatura è stata sottovalutata”.

Rispetto al progetto del campo fotovoltaico, il Sindaco sottolinea la propria totale impotenza: “ne ho parlato anche con il Ministro Pichetto Fratin e lui mi ha confermato che non esistono strumenti comunali che possano vincolare la normativa nazionale la quale indirzza la realizzazione di tali insediamenti prioritariamente su terreni già compromessi.”

Bogetti chiude con una mano tesa all’associazione che ha sollevato la problematica, garantendo, come è stato per l’evasione della richiesta di accesso agli atti, la massima collaborazione e condivisione per la ricerca di uno strumento tecnico che possa ripristinare in loco niente di diverso che un appezzamento di terreno a suolo libero, anche con l’impegno ad approvare una variante al PRGC che eventualmente possa scongiurare una nuova compromissione.