L’episodio, denunciato alle autoritá, è uno dei tanti, che va a confliggere con il divieto perentorio definito dalla L.R. 32/1982
Nonostante non si tratti purtroppo di casi cosi isolati, fa sempre specie ricevere lettere di lettori che segnalano di tanto in tanto utilizzi non autorizzati e dunque abusivi, da parte di mezzi motorizzati, del territorio agricolo e montano, anche in gruppi non esigui.
E’ il caso segnalato nelle scorse ore da un lettera firmata, che riportiamo integralmente:
“Nella mattinata di sabato 12 ottobre sono scese dal Canalone di Artesina una ventina di moto da cross che si sono successivamente sparse in varie direzioni, alcune si sono dirette sulla Turra, altre verso la pista del Colletto e quindi a Prato Nevoso.
Dal momento che la percorrenza di questi sentieri è consentita esclusivamente ai mezzi autorizzati, stupisce l’arroganza e l’assoluto disprezzo della fauna e dell’ambiente di chi assume determinati comportamenti.
La ricchezza di questo territorio è costituita dalla bellezza dell’ambiente naturale che deve essere preservato da qualsiasi forma di inquinamento, acustico oltreché atmosferico.
Ovviamente ho segnalato alle autorità competenti quanto accaduto, con l’auspicio che questi sentieri non vengano più usati come crossodromo e che venga garantita la tutela e la sicurezza degli escursionisti, della fauna e dell’ambiente.”
Negli ultimi tempi, rimanendo in ambito strettamente provinciale, ricordiamo il pesante impatto sul terreno ai margini di area boscata, denunciato dalle associazioni ambientaliste cuneesi in territorio di Salmour, del continuo passaggio di motociclette da fuoristrada, attività monitorata anche dalla locale polizia municipale.
Di fine agosto invece la segnalazione sui social da parte del Sindaco di Carrù Nicola Schellino, che pubblicava una lettera ufficiale della Agenzia Interregionale per il fiume PO a proposito di ripetuti passaggi di mezzi motorizzati a quattro e a due ruote al di sopra dei rilievi arginali lungo alcuni fiumi piemontesi.
Nelle ultime legislature, peraltro, diverse sono state le sedute di Consiglio Regionale dedicate alla discussione di disegni o proposte di legge che tendevano a modificare in senso meno restrittivo le normative alla base del divieto assoluto dell’utilizzo delle cosiddette “strade bianche” da parte di mezzi motorizzati non espressamente autorizzati.
Ad oggi la normativa di riferimento rimane ancora l’
articolo 11 della Legge Regionale 32 del 1982 che, come ci spiega la
specifica sezione del sito della Regione Piemonte, fa assoluto divieto di transito con mezzi a motore dei percorsi di montagna, sulle mulattiere e sulle strade forestali.
Poche le deroghe previste. Tra queste la definizione di specifici itinerari turistici che vengano individuati dalle Unioni Montane o dai Comuni, contrassegnandoli con apposita segnaletica, l’autorizzazione all’utilizzo per pochissimi giorni all’anno al fine di gare motoristiche, previo ripristino totale dello stato dei luoghi del percorso a fine manifestazione, oppure la percorrenza di tali strade da parte di proprietari dei terreno adiacenti al fine dell’espletamento delle normali pratiche agro-silvo-pastorali.
In tutti gli altri casi la scelta di denunciare alle autorità competenti ogni abuso, in caso se ne fosse testimoni, è quella più corretta e coerente.