Per Giulia Marro su interdittiva a Cogefa pesano cattiva gestione e provvedimenti tardivi di Cirio
Pur non costringendo ad un blocco del cantiere, per la consigliera AVS l'”odore” di mafia rilevato sui lavori per l’infrastruttura internazionale è uno scandalo.
Nonostante il sollievo dimostrato dalla Giunta regionale sul mancato blocco dei lavori sul tunnel di Tenda, l’interdittiva a Cogefa suscita naturalmente indignazione e commenti critici da parte dell’opposizione.
E’ il caso della consigliera regionale cuneese Giulia Marro, membro della commissione consiliare speciale sulla Legalità, del gruppo AVS, che commenta: “Dopo il sequestro del cantiere nel 2017 per accuse di furto aggravato e frode nelle forniture pubbliche, oggi ci troviamo di fronte a un nuovo scandalo, con l’interdittiva antimafia che coinvolge Cogefa, l’impresa responsabile dei lavori, per presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta.
Cirio corre ai ripari solo quando la situazione è ormai fuori controllo, chiedendo il commissariamento dell’azienda per evitare ulteriori ritardi, ma dov’era la Regione quando era il momento di vigilare? Dov’erano le verifiche preventive e i controlli sulle imprese coinvolte in un’opera di tale rilevanza strategica? Ancora una volta, la legalità è invocata solo quando il danno è fatto, e il Piemonte è costretto a pagare il prezzo di ritardi e incertezze”.
Marro rincara la dose, sottolineando una, a suo dire, dubbia modalità di agire della Giunta: “Ieri si è riunita la Commissione sulla Legalità e lo stesso giorno scopriamo che era nelle intenzioni della Giunta chiedere il commissariamento dell’azienda. Come al solito veniamo a sapere tutto a cose fatte”.
Perentoria la chiosa finale delle dichiarazioni della consigliera: “È ora di dire basta a questa gestione fallimentare. I piemontesi meritano
di meglio, meritano un’amministrazione che sappia prevenire i problemi, anziché rincorrerli quando è troppo tardi. Mi impegnerò personalmente perché la verifica della regolarità degli interventi infrastrutturali in Regione rientri nell’ordine dei lavori della Commissione Legalità”.