Riforma del Codice della Strada: Sì al Senato. Critiche associazioni, opposizioni e molti utenti

21 novembre 2024 | 09:33
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Riforma del Codice della Strada: Sì al Senato. Critiche associazioni, opposizioni e molti utenti

La riforma targata Salvini è legge. Ora tocca al Governo dettagliare alcune dele misure prima dell’entrata in vigore.

L’approvazione definitiva della Legge Delega per la modifica del Codice della Strada è stata votata mercoledi 20 novembre al Senato dalla maggioranza compatta.

Piuttosto critici i gruppi di opposizione e diverse associazioni di categoria, in primis sulle misure riguardanti i monopattini, gli autovelox, le Ztl e i controlli per guida sotto stupefacenti.

Ancora nel giorno in cui il testo è stato votato, ciclisti e manifestanti hanno inscenato un flash mob nei pressi di Palazzo Madama, accusando il testo di essere poco utile per la riduzione degli incidenti.

Il Ministro Matteo Salvini sottolinea che la nuova legge “porterà più sicurezza e prevenzione, contrasto ad abusi e comportamenti scorretti, norme aggiornate ed educazione stradale vera“.

Il senatore astigiano Roberto Rosso di Forza Italia si tratta di una ” stretta necessaria per salvare vite“. Il collega di partito Tullio Ferrante, sottosegretario ai Trasporti parla, di un “punto di svolta dopo anni di immobilismo“. Per il senatore di Fratelli d’Italia Etelwardo Sigismondi, il ddl “mette un freno a una vera e propria strage che insanguina le nostre strade“.

Come detto il testo ha visto la posiziona critica delle opposizioni, che hanno fatto proprie le istanze delle tante associazioni contrarie al testo.

L’Onorevole torinese Antonino Iaria, capogruppo M5S in commissione trasporti alla Camera,  commenta: “Il nuovo Codice della Strada ‘firmato’ Salvini è un po’ la kermesse delle occasioni mancate. Al di là delle battaglie rivedibili sulle Zone 30 o della mano larga per chi compie sorpassi sui ciclisti, desta perplessità tutta la parte del provvedimento che va a inibire con ogni mezzo l’utilizzo dei monopattini. Adeguare le norme verso una maggiore sicurezza è un conto, costringere chi usa questi mezzi elettrici a sottoscrivere un’assicurazione pari o quasi a quella di un Suv è un altro. Ma l’aspetto più grottesco riguarda il casco: chi è solito utilizzare lo sharing, dovrà provvedere a procurarselo in autonomia, visto che ai gestori è vietato trasportare oggetti sui propri veicoli e che l’obbligo di casco è in capo all’utente. E’ la “mannaia” che di fatto rende massima la disincentivazione a utilizzare questo servizio: non è un mistero che le aziende del settore stanno già minacciando di abbandonare le nostre città e di puntare maggiormente su mercati di altri paesi. Col combinato disposto casco-assicurazione-targa, si va oltre il concetto di “tranchant”: i monopattini non sono ancora fuorilegge, ma quasi. In generale, tutta la neonata filiera è destinata ad assottigliarsi, alle prese con novità troppo drastiche. La sicurezza non si crea togliendo dalla circolazione un mezzo. Il Codice salviniano, di fatto, questo fa, facendo ricadere tutti gli oneri sull’utenza

L’eurodeputata del PD Annalisa Corrado parla di “ennesimo disastro del Governo, che peggiora invece di migliorare la vita dei cittadini. Si tratta di una norma repressiva e ideologica, che complica la vita ai sindaci virtuosi che vogliono adottare pratiche innovative e che non fa assolutamente nulla per prevenire gli incidenti stradali, che ancora oggi registrano numeri terrificanti – oltre 3.000 morti e 200.000 feriti ogni anno”

In effetti la quasi totalità della associzioni italiane dei familiari delle vittime sulla strada, oltre al mondo ambientalista e sindacale, sono critiche sulla riforma.

La petizione online lanciata dalle sigle associative sul sito www.codicedellastrage.it sta avendo un discreto successo.

Tale campagna collettiva contesta l’approccio repressivo nei confronti di una causa come l’alcol, di molto secondaria rispetto alla velocità, e la deregulation sui mezzi più veloci e pesanti alle spese della mobilità leggera.

A ciò si aggiungerebbe, secondo i promotori, la volontà di condurre a: più velocità, meno autovelox, meno ciclabili e meno ztl. E su tutto, due criticità: la possibilità di ricevere una sola multa in caso di violazioni reiterate nell’unità di tempo e la previsione di sosta più liberalizzata nei centri urbani.

Anche sulle pagine social cuneesi sono subito fioccati commenti e riflessioni, come quelli di tale Roberto, che ironicamente scrive:”Riassunto del nuovo codice della strada: fregatene del velox se ci passi più volte al giorno, andiamo pure tutti a balle. Se superate un ciclista passategli pure sopra, tanto il metro e mezzo è poco più che una raccomandazione. Della ztl potete pagare la multa la prima volta e nella stessa giornata girarla in lungo e in largo. La velocità non è un problema (come se non fosse il primo motivo di incidenti gravi) in questo paese. Bah…la direzione verso il medioevo è confermata anche su questa tematica”