Marro interroga Cirio sul progetto SALUS di ASL CN1: “dalla Giunta risposte lacunose”
Finanziato con 2 milioni e mezzo dal fondo Migrazioni, ha l’obiettivo di supportare richiedenti asilo e minori non accompagnati in condizione di fragilità
Martedi 12 novembre, in Consiglio regionale, la consigliera cuneese Giulia Marro del gruppo AVS, ha presentato un’interrogazione a risposta immediata riguardante le difficoltà di organico di cui soffre il dipartimento del SERD e Salute Mentale dell’ASLCN1.
Tale situazione mette in difficoltà i servizi alla piena adesione al progetto “SALUS – Piano di Salute e Accoglienza tramite il Lavoro Unito dei Servizi” presso l’ASL CN1, così come è avvenuto per altri progetti sulla grave marginalità e dipendenze recenti.
La Consigliera ha quindi chiesto alla Giunta misure straordinarie per garantire l’efficacia del progetto e di non vanificare i fondi ottenuti per migliorare la salute e l’integrazione dei soggetti vulnerabili.
In particolare, ha sollecitato il reclutamento urgente di personale specializzato per rispondere alle esigenze del territorio e per assicurare la piena realizzazione degli obiettivi del progetto SALUS e di altre progettualità volte alla coesione sociale, alla tutela della salute pubblica e alla sicurezza nella nostra Regione.
Il progetto SALUS, finanziato con oltre 2,5 milioni di euro dal Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione, mira a offrire supporto sanitario e sociale ai richiedenti asilo e ai titolari di protezione internazionale in condizioni di vulnerabilità, inclusi i minori non accompagnati. Secondo Giulia Marro è un progetto cruciale non solo per la tutela della salute pubblica, ma anche per la sicurezza sociale e la coesione regionale.
“Abbiamo poco fa parlato, durante il Consiglio regionale aperto dedicato alle condizioni di lavoro del personale penitenziario, dell’importanza di lavorare sulla presa in carico dei vulnerabili per migliorare le condizioni di detenuti e personale penitenziario,” ha dichiarato Marro. “Questo progetto dovrebbe inserirsi in un intervento più ampio volto a trovare soluzioni valide sia per chi ha problemi psichiatrici all’interno delle strutture detentive che per chi li ha all’esterno, avvicinando anche da un punto di vista di percezione e in modo dinamico, ciò che è dentro con ciò che è fuori dal carcere. Perché, anche se ce lo dimentichiamo, la nostra società non finisce dove iniziano i muri di cinta delle strutture penitenziarie”.
La risposta alle preoccupazioni avanzate ricevuta dalla Giunta è stata giudicata dalla Consigliera “di una vaghezza estrema, assolutamente imbarazzante e priva di contenuti concreti. Nonostante la rilevanza della questione, la Giunta non è entrata minimamente nel merito delle criticità segnalate, in particolare la carenza di personale qualificato nei dipartimenti di salute mentale e dipendenze dell’ASL CN1, difficoltà già evidenziate dai responsabili del settore.”
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