Con 460 imprese supera i 5 miliardi il fatturato 2024 di Legacoop Piemonte
Dimitri Buzio: “Lavoriamo per imprese più grandi e filiere più competitive, così diamo forza agli operatori dei servizi e potenziamo la coesione sociale”
Legacoop Piemonte traccia la sua road map per il 2025: integrare le filiere a partire da welfare e sanità, aggregare il mondo delle piccole cooperative e formazione e valorizzazione del capitale umano, nella convinzione che il potenziamento del settore dei servizi ad alto valore aggiunto sia la strada per rafforzare non solo la cooperazione ma l’intera economia piemontese in difficoltà, anche rispetto alle altre del Nord Ovest, per il rallentamento dell’export legato all’attività manifatturiera, soprattutto all’automobile.
I dati del report Piemonte Cooperativo 2024 raccontano un sistema solido costituito da 460 cooperative, il cui valore della produzione supera i 5,2 miliardi. Come spiega il presidente di Legacoop Piemonte Dimitri Buzio: “Il nostro contributo al Pil piemontese è del 3,8% realizzato da oltre 760 mila soci e da quasi 36 mila addetti. Svolgiamo un ruolo strategico per garantire l’occupazione, anche con interventi mirati che hanno permesso di salvare aziende in crisi, l’inclusione sociale e il benessere delle comunità”.
“Il mondo della cooperazione vuole giocare le sue carte per uno sviluppo economico sostenibile del Piemonte ma, per farlo, serve anche l’intervento delle Istituzioni, a partire dalla Regione” – prosegue Buzio, aggiungendo come: “la manifattura continua, e deve continuare ad avere, un ruolo centrale in Piemonte ma per garantire la competitività di una regione è necessario, come ha spiegato Mario Draghi, diversificare e investire anche nel comparto dei servizi. Una scelta strategica per non rischiare di indebolire ancora di più le maglie della coesione sociale nella nostra regione, i cui cittadini sono già provati da salari bassi e dall’inflazione dei prezzi”.
Nel 2025 Legacoop Piemonte lavorerà per favorire l’integrazione tra le filiere, welfare e sanità in primis, ma anche digitalizzazione e agroalimentare sostenendo innovazione e nuove competenze e garantire servizi a più alto valore aggiunto. Legacoop individua poi nelle aggregazioni tra le piccole e medie cooperative la strada da percorrere nei settori più labour intensive per consolidare la presenza sui mercati. E il modello dei workers buyout, già sperimentato in Piemonte, può essere lo strumento per rigenerare aziende in crisi e/o per favorire il ricambio generazionale.
“I nostri piani di consolidamento e di crescita interna sono uno strumento per garantire la coesione sociale di molti territori per questo stiamo collaborando, e vogliamo continuare a farlo, con le istituzioni regionali, Da questo punto di vista ci sono segnali sicuramente positivi – dall’avvio del percorso di elaborazione di un Testo Unico della Cooperazione e del rifinanziamento della Legge 23/04 sul capitolo dei contributi a fondo perduto finalizzati all’aumento di capitale delle imprese cooperative – ma rimangono delle criticità. Sul tavolo resta da trovare una soluzione all’adeguamento delle tariffe conseguenti al rinnovo del contratto della cooperazione sociale, lo stallo sul nuovo bando per l’edilizia convenzionata, e la decisione di aumentare l’IRAP per la grande distribuzione: aspetti che rischiano di generare tensione e difficoltà nei mesi a venire” conclude il presidente di Legacoop Piemonte Dimitri Buzio.