Cuneo: Sturlese contro il degrado, il caso della banca abbandonata di Corso Giolitti
17 dicembre 2024 | 19:35
La consigliera regionale Giulia Marro e il consigliere di quartiere Christian Di Nicuolo
Il consiglio comunale discute della necessità di riutilizzare gli immobili vuoti. Al centro del dibattito, una banca abbandonata in Corso Giolitti
Cuneo – Ieri sera nel consiglio comunale del capoluogo, il consigliere Ugo Sturlese (Cuneo per i beni comuni) ha preso spunto dalla lettera scritta dalla consigliera regionale Giulia Marro e dal consigliere di quartiere Christian Di Nicuolo, che affrontava la questione del degrado di una banca di Corso Giolitti a Cuneo, ormai abbandonata da tempo, per presentare una interrogazione alla sindaca e all’assessore competente.
Sturlese, supportato da una tesi di laurea che analizza il concetto di “diritto al non uso” della proprietà, sottolinea come il Comune possa intervenire per stimolare una rigenerazione urbana e restituire all’immobile una funzione sociale. L’interrogante propone di coinvolgere enti pubblici o associazioni per trasformare l’edificio in un luogo di aggregazione e cultura, a beneficio di tutta la comunità.
Sturlese, supportato da una tesi di laurea che analizza il concetto di “diritto al non uso” della proprietà, sottolinea come il Comune possa intervenire per stimolare una rigenerazione urbana e restituire all’immobile una funzione sociale. L’interrogante propone di coinvolgere enti pubblici o associazioni per trasformare l’edificio in un luogo di aggregazione e cultura, a beneficio di tutta la comunità.
La richiesta del consigliere si inserisce in un contesto più ampio, quello della necessità di garantire una funzione sociale alla proprietà privata, come previsto dall’art 42 della Costituzione italiana. Analoghe iniziative, come la campagna torinese “Vuoti a rendere”, hanno già dimostrato l’importanza di riutilizzare gli immobili inutilizzati per rispondere alle esigenze della collettività.
Il consigliere conclude l’interrogazione chiedendo al sindaco di adottare misure concrete per trovare una soluzione che restituisca all’ex banca Unicredit di Corso Giolitti un nuovo futuro, migliorando così la qualità della vita dei cittadini del quartiere Cuneo Centro.
Il vice sindaco Luca Serale ha risposto evidenziando una situazione più ampia che coinvolge numerosi locali inattivi in città. Ha sottolineato l’importanza del commercio per la vitalità urbana e ha ricordato come la pandemia abbia messo in luce la particolarità che i commercianti curano essi stessi gli spazi dei portici adiacenti il loro esercizio e che quindi sono un grande valore per la collettività.
Serale ha riconosciuto la validità delle preoccupazioni espresse dal consigliere Sturlese, come pure dei firmatari della lettera, Marro e Di Nicuolo, ma ha anche sottolineato le difficoltà. Pur non potendo obbligare i proprietari a vendere i loro immobili, l’amministrazione comunale si è impegnata a dialogare con loro per garantire il decoro degli edifici e prevenire situazioni di degrado. Il vice sindaco ha inoltre evidenziato i cambiamenti in atto nel settore del commercio, con la crescita dell’e-commerce e la conseguente crisi dei negozi di prossimità, fattori che contribuiscono all’aumento dei locali sfitti.
Sturlese nella replica si è detto comunque contrariato dal fatto che la città ha appena 50 mila abitanti e più di 20 centri commerciali. «Come mai in presenza di una crisi del commercio, questa città ha investito così tanto in grandi e medi centri commerciali? E’ il caso di rivedere il piano commerciale» ha ancora detto.
Il consigliere della lista Cuneo per i Beni Comuni ha poi insistito sul concetto giuridico di proprietà: L’art. 42 della Costituzione è molto chiaro: la proprietà privata è garantita dalla legge che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti, allo scopo di assicurarne la funzione sociale. «E’ ben vero che la proprietà privata è tutelata, ma se uno ha un alloggio o un negozio e lo lascia per tantissimi anni vuoto e abbandonato, è giusto che la legge intervenga per assicurarne la funzione sociale».