Defibrillatori nei rifugi piemontesi: pronto il nuovo bando
Un milione di euro alle unioni montane, che fungono da collettori delle disponibilità di proprietari e gestori
La Giunta regionale del Piemonte ha approvato una delibera che, ripetendo l’esperienza già sperimentata nel febbraio scorso con il bando a valere sui fondi FOSMIT, stanzia un milione di euro per dotare i rifugi montani di apparecchiature cosidette DAE, o Defibrillatori Automatici Esterni.
Tali apparecchi sono di vitale importanzea al trattamento precoce delle aritmie ventricolari, che sono causa della maggior parte delle morti cardiache improvvise, che a loro volta rappresentano il 10% della cause di decesso a livello nazionale.
Il provvedimento, predisposto dall’assessorato allo sviluppo della montagna in collaborazione con quello alla sanità indice una selezione delle candidature tramite un apposito bando che chiama a partecipare le 54 Unioni montane presenti nella nostra regione.
Gli enti sovraordinati fungeranno per tre mesi da collettori delle istanze provenienti da proprietari o gestori dei rifugi alpinistici ed escursionistici, i quali offrano la disponibilità di installare presso le proprie strutture di competenza apparecchiature utili per il soccorso tempestivo in caso di infarto.
«Siamo convinti che sia un’iniziativa utile sia per chi vive in montagna sia per chi la frequenta per sport o per svago – affermano gli assessori Marco Gallo e Federico Riboldi – Soprattutto gli infarti sono in costante, sensibile aumento e il defibrillatore può contribuire a rendere le escursioni più sicure, perché rappresenta davvero uno strumento salvavita tempestivo considerate anche le difficoltà logistiche per i soccorritori di raggiungere in tempi rapidi il luogo dell’intervento».
Non appena l’Assessorato alla Montagna avrà individuato i rifugi in cui posizionare i DAE, l’Assessorato alla Sanità ne predisporrà l’acquisto, organizzando parallelamente la formazione di gestori e personale che dovranno garantirne il funzionamento in caso di emergenza.
Come detto, nel nostro paese un decesso su dieci in Italia avviene per morte cardiaca improvvisa. L’impiego tempestivo di un defibrillatore sulla fibrillazione ventricolare può arrivare a triplicare la sopravvivenza e il fattore tempo è determinante.
Ad oggi il territorio regionale è provvisto di quasi 3.000dispositivi.
Di questi un certo numero è presente anche in rifugi, ma è importante e decisivo ampliare la mappa.
Sulla delibera regionale si è, tra gli altri, espresso il consigliere cuneese Claudio Sacchetto, che ha spiegato: “È un segno positivo che la Regione Piemonte stia investendo nella sicurezza nei rifugi alpini, dotandoli di defibrillatori. Si tratta di un passo importante per chi frequenta le nostre montagne, un patrimonio che va tutelato anche sotto il profilo della salute. Le nostre valli e i rifugi, che rappresentano un punto di riferimento per escursionisti, alpinisti e turisti, devono essere luoghi sicuri dove ogni emergenza possa essere affrontata tempestivamente.È fondamentale che questa opportunità venga sfruttata appieno per salvaguardare la vita di chi vive e lavora in montagna, così come di chi sceglie di esplorarla. Ringraziamo la Giunta Regionale ed in particolare gli Assessori Riboldi e Gallo per il provvedimento”.
I dispositivi di defibrillazione semiautomatici necessitano, come detto, di essere attivati ed utilizzati da persone formate e qualunque cittadino maggiorenne può ottenere il relativo patentino di uso con poche ore formative specifiche.
E’ importante che chiunque valuti la possibilità di accedere a tale formazione, in quanto, mai come nel caso del DAE, un piccolo impegno da parte di ciascuno, può portare benefici all’intera comunità.