La consigliera regionale Giulia Marro sulla morte dei due migranti ad Alba

13 dicembre 2024 | 10:28
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La consigliera regionale Giulia Marro sulla morte dei due migranti ad Alba

Il suo commento, carico di cordoglio, si aggiunge alla presa di posizione del Partito Democratico: “Tragedia che poteva capitare ovunque! Ma cosa siamo diventati?”

Scrive sulle proprie pagine social Giulia Marro di Alleanza Verdi e Sinistra, commentando la morte dei due giovani africani, causata presumibilmente da un accumulo di monossido di carbonio: “Due giovani di origine straniera, dalla Guinea e Senegal, sono morti per intossicazione da monossido di carbonio in un edificio abbandonato ad Alba. Avevano 25 e 28 anni.
Sono queste le informazioni che si trovano sui media e che ci fanno dimenticare che dietro a queste poche info anagrafiche ci sono persone con una storia. Stavano cercando riparo nelle fredde notti, di nascosto da una società che ha smesso di interrogarsi sul perché questo avvenga ancora qui.
Questa tragedia, accaduta ad Alba, poteva avvenire ovunque. Lo dobbiamo solo al caso. Una finestra che lascia passare dell’aria, qualcuno che entra nella stanza e si accorge di quello qualcosa non va. Ma non è un caso se ci sono persone che continuano a vivere ai margini.
Questo è l’inevitabile risultato di un sistema che ignora, che fa finta di non vedere, che preferisce girarsi dall’altra parte, mettere la polvere sotto il tappeto. Oppure accusare senza approfondire, additare chi “doveva far qualcosa”, critiche vuote di senso di responsabilità collettiva che in un sistema che funziona dovrebbe essere distribuito e condiviso. Ogni volta che succede qualcosa di drammatico, ci si rifugia in un mare di parole vuote o in colpevoli silenzi.
Ma basta con questo teatrino! Ma cosa siamo diventati?
La vita ai margini non è una scelta, è una condanna imposta da un sistema che non offre alternative. Quando qualcuno cerca di denunciare o cambiare le cose, viene attaccato. E io so bene cosa significa: da anni combatto per soluzioni che nelle nostre terre ricche e borghesi non si vogliono attuare.
Oppure anche le reazioni che la delibera popolare Vuoti a rendere a Torino, che propone il censimento degli spazi sfitti per restituirli alla collettività, ha incontrato. Tra cui quella secondo cui non si può definire grandi proprietari chi possiede più di 5 case.
Eppure, lasciare case vuote mentre le persone muoiono in strada è un crimine sociale. Quando ho difeso questa proposta in II commissione mi hanno chiamato “leninista”!
E io che stavo semplicemente difendendo il diritto a vivere in un posto decente, a non dover morire in una casa abbandonata, a non dover dormire in strada come se la vita non avesse valore.
La vita ai margini logora, la vita in strada uccide. Non bastano parole e promesse: guardiamoci allo specchio e riconosciamo la nostra responsabilità collettiva per queste morti e per quelle che seguiranno.
A Cuneo, oggi, ci troviamo nel bel mezzo di quella che chiamano “transizione tra la stagione estiva e quella invernale”, e che significa?
Il dormitorio della Croce Rossa ha smantellato una tenda con 15 posti per gli stagionali, riducendo ancora di più i posti disponibili. E così, uomini e ragazzi, di tutte le provenienze, si trovano a dover fare la fila dalle 17 per assicurarsi un posto al caldo. Una trafila che si ripete ogni anno, per cui sarebbe necessario trovare una soluzione definitiva.
Ho avuto un gran freddo in quei 15 minuti che ho passato con Mustafa, somalo di 26 anni con preoccupante dipendenza da alcool. Che non parla bene italiano e che non riesce ad impararlo. Che continua a vivere in una condizione marginale che gli rende difficile una presa in carico seria da parte del Ser.D.
Una situazione di disperazione, e che fa pensare: ma quante persone, in queste condizioni, si troveranno a rischio di incidenti, magari come quello accaduto ad Alba?
Quante persone moriranno in silenzio, mentre l’opinione pubblica si sveglia solo quando succede una tragedia?”