Orizzonti Liberali Piemonte vuole riprodurre il modello occupazionale cuneese
La leva principale individuata è il basso tasso di Disoccupazione, che rende la Granda un territorio da copiare
A margine della notizia che vede Cuneo come unica provincia in Piemonte dove il tasso di disoccupazione è sotto il 4%, Alexandra Casu e Piero Giaccari di “Orizzonti Liberali Piemonte” hanno elaborato un testo programmatico che tenta di riprodurre il modello della “Baviera” piemontese basato su un equilibrio tra esigenze occupazionali, formazione
dei migranti e dialogo tra istituzioni e imprese.
“L’iniziativa, se ben strutturata e comunicata, non solo risponde a bisogni economici locali ma crea un modello virtuoso di inclusione sociale ed economica, trasformando una potenziale criticità in un’opportunità strategica per il territorio.” afferma Alexandra Casu, Orizzonti Liberali Cuneo, analizzando alcuni fondamentali punti chiave.
La collaborazione tra istituzioni e imprese (Prefettura e Fondazione Industriali)
Il dialogo e la sinergia tra enti pubblici e settore privato sono fondamentali. Questo modello collaborativo rappresenta un esempio concreto di come le istituzioni possano facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Protocollo dedicato: La formalizzazione di un protocollo garantirà la sostenibilità e l’efficacia dell’iniziativa, attraverso il monitoraggio.
L’utilizzo del basso tasso di disoccupazione come opportunità.
Con un mercato del lavoro così dinamico, le imprese cuneesi affrontano potenziali difficoltà nel reperire manodopera, soprattutto in settori con esigenze specifiche (ad esempio, la meccanica di precisione o l’industria alimentare). I richiedenti asilo possono colmare questa lacuna, contribuendo non solo a soddisfare i bisogni delle imprese, ma anche a migliorare il proprio percorso di vita attraverso l’inserimento lavorativo.
La formazione professionale mirata tramite l’identificazione delle competenze.
Realizzare la mappatura delle competenze già possedute dai migranti, permettendo di valorizzarle al meglio. Percorsi di formazione: per integrare i lavoratori nel sistema produttivo, sarà essenziale investire in programmi di formazione, tarati sulle esigenze delle
imprese locali. Questi percorsi possono includere: Corsi di lingua italiana specifica per illavoro; Formazione tecnica nei settori trainanti (alimentare e meccanica); Soft skills per favorire la collaborazione in ambito aziendale.
L’integrazione sociale attraverso il lavoro
Il lavoro è un potente strumento di inclusione sociale, permettendo ai migranti di costruire legami con il territorio e contribuire alla comunità. Questo aspetto, se gestito con attenzione, può ridurre conflitti sociali e creare un clima positivo, sia per i nuovi arrivati sia
per i residenti. Problema riscontrato anche in campagna elettorale poiché manca un progetto che lavori in maniera mirata sull’inclusività.
Il focus sul territorio cuneese (Filiere solide e resilienza)
L’industria alimentare e meccanica si confermano pilastri economici in grado di generare opportunità, anche in un contesto regionale segnato dalla crisi dell’auto. Distribuzione capillare dei Cas: la presenza di centri di accoglienza in circa 50 comuni permette una distribuzione omogenea della forza lavoro, riducendo il rischio di concentrazione eccessiva di migranti in determinate aree. Cosa che, a quanto pare, viene
particolarmente osteggiata dalla Lega.
La comunicazione e la sensibilizzazione
Per garantire il successo del progetto, è essenziale coinvolgere le comunità locali, informandole sui benefici dell’iniziativa e affrontando eventuali pregiudizi. Una narrazione positiva dell’accoglienza e del lavoro come strumento di integrazione può favorire l’accettazione sociale.