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“Cosa succede dietro le quinte del Consiglio Regionale? Giulia Marro si racconta a Busca”

21 gennaio 2025 | 16:26
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“Cosa succede dietro le quinte del Consiglio Regionale? Giulia Marro si racconta a Busca”
“Cosa succede dietro le quinte del Consiglio Regionale? Giulia Marro si racconta a Busca”
“Cosa succede dietro le quinte del Consiglio Regionale? Giulia Marro si racconta a Busca”

Il Comitato “Un’altra Busca è possibile” ha incontrato la consigliera regionale

Scrive Il Comitato “Un’altra Busca è possibile”.

Lo scorso 16 gennaio la neoconsigliera Giulia Marro, eletta lo scorso giugno nella lista Possibile, ha raccontato alle donne del Comitato “Un’altra Busca è possibile” i suoi primi sei mesi di esperienza a Palazzo Lascaris.

Che cosa succede dietro le quinte del Consiglio Regionale? “Le elette donne vengono chiamate “IL CONSIGLIERE ”, gli assessori non fanno parte del Consiglio e non sono tenuti a partecipare alle sedute, i consiglieri di maggioranza intervengono di rado (o mai) per argomentare sui punti in discussione (“Una dei consiglieri di maggioranza più attivi è Gianna Gancia”). Durante il Consiglio regna la confusione, tutti usano il cellulare…”.

“Quando sono stata eletta mi chiedevo se avrei avuto la competenza per questo ruolo, ma poi ho constatato che il livello di preparazione dei colleghi è piuttosto basso – ha raccontato la 37enne cuneese – La comunicazione è carente e noi consiglieri di minoranza veniamo a sapere delle intenzioni e delle decisioni della Giunta dai giornali o dai social. Spesso i documenti per la discussione in commissione ci vengono consegnati all’ultimo minuto, non consentendoci di approfondire adeguatamente…”.

Giulia, di professione Antropologa, con numerose e varie esperienze all’estero, non solo in Europa, anche con Medici senza Frontiere, ha raccontato come si è avvicinata alla politica locale, diventando consigliera e vicepresidente di un Comitato di quartiere di Cuneo (“Mi avevano proposta come presidente, ma ho rinunciato perché pensavo di non essere in grado. Poi mi sono resa conto che è stato un errore”). In quel ruolo ha approfondito le problematiche legate alla convivenza non facile tra autoctoni e stranieri, specialmente nella zona della stazione ferroviaria cuneese.

In qualità di consigliera regionale, si occupa di carcere e di sanità in carcere, di disabili, di migranti, di sfruttamento dei lavoratori in agricoltura, ma anche di bilancio. “Mi ha molto colpita come, prima di essere eletta in Regione, ero considerata una rompiscatole e dopo l’ingresso in consiglio regionale molti hanno cominciato a salutarmi e a considerarmi!”.

Nelle occasioni ufficiali si è ritrovata ad essere spesso unica donna e giovane, in un gruppo di autorità, maschi ed over 50, e le battute sessiste si sprecano. Nonostante sia fastidioso essere considerata una novellina, ha osservato: “Penso sia importante esserci e presenziare alle inaugurazioni dove solitamente chi interviene dice frasi di circostanza. Se non ci siamo rischiamo di lasciare a loro tutto lo spazio”.

Le attiviste di Un’altra Busca è possibile hanno riscontrato analogie tra la carenza di dialogo e di comunicazione e le similaritá di condotta raccontate dalla consigliera Marro con quelle sperimentate a Busca, con gli amministratori comunali.

La consigliera ha sottolineato l’importanza dell’attivismo femminile e la necessità di riattivare la cittadinanza: “L’attivazione è rara, ma non tanto: nei meandri del nulla c’è chi si interessa. Se il cittadino è responsabile, al momento delle elezioni non sceglierà soltanto il meno peggio, ma potrà decidere di partecipare e di candidarsi””.