Il mercoledì nero dei pendolari (e non solo) sui binari della Granda

In seguito all’investimento di una persona nel pomeriggio alla stazione di Savigliano, ritardi e scarsa informazione hanno reso un'”odissea” il rientro da Torino in treno
E’ finita a tarda sera l’odissea dei pendolari e di chi ieri, mercoledì 29 gennaio, si è trovato a dover rientrare in treno da Torino nel Cuneese. In seguito all’investimento di una persona avvenuto in stazione a Savigliano, la circolazione ferroviaria, interrotta nel pomeriggio, è infatti ripresa regolarmente soltanto intorno alle ore 21.
Coinvolta personalmente nella difficile situazione anche la consigliera regionale Giulia Marro che, attraverso un post pubblicato su facebook alle 23.15 di ieri, racconta quanto accaduto: “Abbiamo appreso in itinere che si è trattato di un caso di suicidio. Notizia che ci ha intristito, ovviamente. Ma il ruolo che ricopro mi impone di sottolineare l’inefficienza di un servizio che nonostante le segnalazioni quotidiane non migliora. Si tratta di una volontà politica, che è la stessa che porta a finanziare la TAV piuttosto che rafforzare le linee già esistenti. Che è la stessa che tagli i finanziamenti alla salute mentale in ambito sanitario in un periodo in cui segnali di disagio sono sempre più allarmanti”.
“Oltre a studenti e pendolari – racconta la pendolare buschese Sonia – ieri c’erano molti anziani che non sapevano cosa fare, nessuno diceva nulla su cosa fosse meglio fare, come spesso accade in queste situazioni, che ciclicamente si presentano. Anche questa volta è andata in scena “l’arte dell’arrangiarsi”, a qualcuno è andata meglio se è riuscito a salire su un bus, assolutamente non sufficienti per le persone da spostare, gli altri sono arrivati a casa con oltre quattro ore di ritardo rispetto alla normalità su una linea dove di normale è rimasto ben poco.”
Stigmatizza l’accaduto anche la pagina facebook TPL in Granda che quotidianamente segue, e racconta, le vicende del trasporto pubblico locale. “Trenitalia/Rfi hanno limitato alcuni treni da Sud a Nord nella stazione di Fossano e ha soppresso molti treni già al capolinea di partenza di Cuneo lasciando sulla Cuneo-Fossano (non colpita dall’evento) solo i Fossano-Limone nonostante il materiale per fare dei Cuneo-Fossano e vv ci fosse per la disponibilità del minuetto diesel arrivato da Ventimiglia – si legge in un post. – Da Torino invece si è pure fatto peggio. Il 3235 è stato limitato inspiegabilmente a Carmagnola (300 persone a bordo) e non è stato “tirato “ almeno fino a Cavallermaggiore dove poteva comunque smaltire un po’ di viaggiatori che scendevano li. I treni a seguire non sono stati fatti neanche partire lasciando centinaia di persone a Porta Nuova in balia del nulla dato che l’assistenza clienti è stata assolutamente insufficiente. A seguito di ciò è stato messo in piedi un treno straordinario da Porta Nuova a Cavallermaggiore e vv per mitigare il disagio per chi doveva arrivare nelle stazioni intermedie. Questo è stato messo in piedi 1 ora e 45 minuti dopo l’evento accidentale. Sono stati anche intercettati due bus sostitutivi (di Chiesa Viaggi) che sono stati assolutamente insufficienti per smaltire il pubblico presente a Carmagnola e Fossano. Essendo l’interruzione a Savigliano, perché i treni non sono stati fatti circolare tra Torino e Cavallermaggiore e vv?”.