Laura Restagno, una carriera scolpita nella competizione tra neve e asfalto
“Vincere una competizione è un po’ raccogliere il frutto dei sacrifici, ho vinto la mezza maratona sul Lago Maggiore e la sensazione quando arrivi sul rettilineo d’arrivo con le persone che ti fanno il tifo è un brivido inspiegabile, una sensazione proprio pazzesca ed è quella che poi ti fa, dopo due giorni, ricominciare a correre. Adesso a raccontarlo mi vengono i brividi. È questa la forza che fa andare avanti, perché è veramente gratificante. Ti ripaga di tutti i sacrifici che fai ogni giorno.”
Laura Restagno è un’atleta che si è distinta sia nello sci di fondo che nell’atletica, dimostrando grande passione e determinazione. Fin da bambina si è dedicata allo sci di fondo, partecipando a gare provinciali e arrivando a competere in prestigiosi circuiti internazionali, come la Coppa Italia, entrando a far parte del Team Rossignol. Durante il suo percorso sportivo, ha inoltre conseguito il titolo di maestra di sci, dimostrando la capacità di bilanciare studio, lavoro e competizioni. Negli ultimi anni ha ampliato i suoi orizzonti, dedicandosi con successo all’atletica. Tra i suoi risultati spicca il personale di 1h 20’ 52” ottenuto nella mezza maratona dello scorso 1° dicembre a Torino, oltre alla partecipazione alla prestigiosa mezza maratona di Lisbona a livello mondiale.
Grazie Laura per questa intervista. Ricordi un momento preciso che ha segnato l’inizio della tua carriera sportiva?
Per quanto riguarda l’inizio di tutto, devo ringraziare mio papà perché io all’età di sei anni seguivo un corso di ginnastica artistica e d’inverno si interrompeva. Mio padre mi portava a pattinare sul ghiaccio e un giorno in montagna ho visto un gruppo di ragazzi sciare e per capriccio ho detto che volevo provare anche io e da lì ho cominciato. La domenica successiva avevo gli sci ai piedi e stavo seguendo la prima lezione con un maestro. È tutto cominciato assolutamente per caso.
Quali sacrifici hai dovuto affrontare durante il tuo percorso verso i risultati che hai raggiunto?
Sicuramente ho affrontati tantissimi sacrifici e difficoltà. I più grandi riguardano il fatto di conciliare gli impegni scolastici, gli allenamenti e le gare. Alle superiori facevo tantissimi giorni d’assenza specialmente in inverno e ricordo davvero di aver affrontato diverse difficoltà per quell’età: studiavo in pulmino, il lunedì avevo a tutte le ore un’interrogazione o una verifica. Questo negli anni si è modificato, ma l’impegno nel cercare di riuscire in tutto è stato grande e lo è tutt’oggi con il lavoro.
Quando ti trovi a dover gestire diversi impegni, come riesci a dedicare il giusto spazio a ogni aspetto della tua vita?
La gestione di tutto tra i lavori, gli impegni personali, gli allenamenti e le gare è davvero molto complicata, perché nell’arco della giornata devo organizzarmi molto bene. Se riesco in questo obiettivo, allora riesco anche a ritagliare un po’ di tempo per me, per la mia famiglia e per le mie relazioni personali. È molto complesso e spesso mi alzo presto. Magari mi alleno alle sei del mattino, specialmente d’estate quando fa caldo, così posso correre presto o andare in palestra alle sette. In questo modo, nel corso della giornata ho il tempo di dedicarmi al lavoro e al resto.
Come hai capito di poter eccellere in un ambito sportivo che non avevi considerato?
Dallo sci all’atletica il passaggio è stato abbastanza casuale nel senso che io ho sempre corso per allenarmi per lo sci di fondo e poi tramite uno sponsor (l’Atletica Mondovì) ho conosciuto il mio allenatore e da lì mi ha sempre detto che ero davvero portata. Io fino a due anni fa non mi rendevo conto di questo, tant’è che quando ho gareggiato la prima volta in una gara, avevo paura di non finirla e non riuscivo a rendermi conto a che livello potessi essere. Non mi aspettavo di essere così portata. Il mondo dell’atletica è un mondo che ho scoperto a livello agonistico da due anni proprio per questo. Tre anni fa, mi ero rotta il piede e un dottore mi aveva detto che non avrei mai più corso. Quindi la prima mezza maratona è stata un po’ una sfida, insomma, contro chi non ha mai creduto troppo in me. Tuttavia, ho incontrato però persone che invece hanno creduto in me e le ringrazio, tra queste Federica Alasia di Generali di Mondovì.
Un momento di sconforto che ti è rimasto impresso.
I momenti di sconforto sicuramente bisogna imparare a recuperarli, perché lo sport ti insegna a vincere, ma deve insegnarti anche tanto a perdere. Sicuramente quello dell’infortunio al piede e poi l’infiammazione al tendine d’Achille è stato il più brutto perché mi ha obbligata a stare ferma otto mesi e specialmente di testa non è stato semplice.
Quando tagli il traguardo per prima, quale significato ha per te quella vittoria?
Vincere una competizione è un po’ raccogliere il frutto dei sacrifici, ho vinto la mezza maratona sul Lago Maggiore e la sensazione quando arrivi sul rettilineo d’arrivo con le persone che ti fanno il tifo è un brivido inspiegabile, una sensazione proprio pazzesca ed è quella che poi ti fa, dopo due giorni, ricominciare a correre. Adesso a raccontarlo mi vengono i brividi. È questa la forza che fa andare avanti, perché è veramente gratificante. Ti ripaga di tutti i sacrifici che fai ogni giorno.
C’è un luogo al quale sei rimasta particolarmente legata nonostante tutti gli spostamenti che hai effettuato durante la tua carriera sportiva?
La provincia di Cuneo per me è sempre stata casa. Ho sempre scelto di tornare. Ho viaggiato molto, ho visto tanto, specialmente in Italia e ho gareggiato anche all’estero. Non ho mai avuto il sogno di cambiare vita, di andare via a insegnare sci da un’altra parte. La provincia di Cuneo rimane un punto fermo della mia vita alla quale rimarrò sempre legata.
Pe il futuro, in quale direzione senti di dover concentrare i tuoi sforzi?
Il mio obiettivo futuro è migliorarmi, specialmente sulle mezze maratone diciamo che non sono una professionista, ma sono fiera di avvicinarmi molto a quelli che sono i tempi sulla mezza maratona delle professioniste. Quindi sono curiosa di vedere se posso migliorarmi ancora e per il momento ci sto lavorando e questa è la mia sfida più grande.