Per i 150 piccoli comuni della Granda un 2025 senza fondo del “Decreto crescita”

7 gennaio 2025 | 11:13
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Per i 150 piccoli comuni della Granda un 2025 senza fondo del “Decreto crescita”

Non più finanziato per l’anno in corso, rischia di rappresentare un duro colpo per i bilanci dei micro enti, impossibilitati a concludere decine di piccole opere di messa in sicurezza ed efficentamento

Sono centoquaranta solo nella nostra provincia e ben oltre 500 in tutto il Piemonte, i Comuni con meno di mille abitanti, da qualche giorno “vittime” della legge di bilancio appena varata.
L’Anci aveva proposto un emendamento in fase di discussione parlamentare per prorogare alla anualità 2025 la presenza dei fondi del cosiddetto “Decreto Crescita” datato 2019, ma nel testo vigente è invece previsto il definanziamento delle piccole opere per i comuni sotto i mille abitanti e dunque niente da fare.
La stessa Anci affronterà il tema nei prossimi giorni; il presidente regionale Davide Gilardino confida in un lavoro di ricerca, da parte dell’esecutivo, per l’approvazione di provvedimenti ad hoc a sostegno degli enti al di sotto dei 5000 abitanti.
Se non che, come detto, poco meno della metà degli enti locali presenti nella nostra Regione rischiano di non poter chiudere i bilanci proprio a causa del taglio da mezzo miliardo a livello nazionale inserito nella legge.
Il presidente nazionale di Uncem, Unione Comuni e Comunità Montane, Marco Bussone non usa mezzi termini: “C’è molta preoccupazione tra i Sindaci per i tagli agli investimenti dei Comuni, previsti nella legge di bilancio 2025. Vengono meno le risorse per i Comuni con meno di 5mila abitanti – 80mila euro due anni fa, 58mila nel 2024 – e vengono meno anche le risorse date per i Comuni in base alla dimensione, partendo da 50mila annui per i più piccoli. Tagli di circa mezzo miliardo di euro, per investimenti, destinati ai Comuni per interventi di manutenzione di edifici, messa in sicurezza del territorio, piccole opere. Uncem, tenendosi lontana da qualsiasi volontà polemica politica, di parte o ideologica, chiede al Parlamento di intervenire individuando fondi per gli investimenti e le opere nei Comuni fino a 15mila abitanti in particolare, e con una nuova azione specifica nei Comuni con meno di mille abitanti. Una operazione che è decisiva per la tenuta istituzionale degli Enti stessi”.
Nella vicina provincia di Asti alcuni amministratori stanno raccogliendo le firme dei primi cittadini dei piccoli enti al fine di dimostrare la vastità del problema al ministero dell’Economia e delle Finanze.
Dal 2020 al 2023 i fondi destinati ai piccoli comuni dal “Decreto Crescita” erano 80.000 euro annui, passati poi a 50.000 nel 2024 e l’azzeramento potrebbe essere la via più rapida per il default di molti piccoli enti. E tutto ciò a fronte di una ulteriore stretta sulla spesa corrente e di regole ancor più stringenti sul pareggio di bilancio derivate dalla entrata in vigore dal 1 gennaio 2025 della nuova governance economica europea.
Tra i tanti sfoghi, l’esplicita amarezza di un amministratore che, su un gruppo social dedicato ai comuni montani, commenta: “Non ho parole. Ed è ancora più scandaloso che in sede di discussione parlamentare (che tra l’altro non c’è stata) nessuno tra camera e senato abbia fatto sentire la voce dei piccoli comuni. Quei fondi li davano per “intoccabili” al punto che qualcuno ha fatto anche una programmazione mediante progettazioni ed investimenti che guardavano al futuro a medio termine. Facile curare un malato togliendogli completamente l’ossigeno…”
Contro la scelta di non prorogare i fondi del decreto anche l’Associazione Italiana Piccoli Comuni, che in provincia di Cuneo, a Marsaglia, ha la propria sede e la propria presidente, il Sindaco Franca Biglio.
Per il primo cittadino del piccolo paese della langa cebana, da sempre in lotta per difendere i micro enti locali, si tratta di un danno molto grave al mondo dei piccoli comuni dalla sua associazione rappresentato. Il rischio per Biglio è di penalizzare gli amministratori che lavorano bene sul territorio non permettendo di portare a compimento piccoli lavori di manutenzione, dalla sicurezza, all’efficentamento.
Un grande problema diffuso in Granda, dunque, più che in altri contesti provinciali, di cui si continuerà a discutere nelle prossime settimane, una questione dirimente per la vita dei piccoli comuni, proprio quegli enti definiti “presidio irrinunziabile” dal presidente Sergio Mattarella nel suo discorso di fine anno.