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“Convocazione consiglio Unione Montana Valle Varaita è clamorosa ammissione di colpa”

9 febbraio 2025 | 10:30
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“Convocazione consiglio Unione Montana Valle Varaita è clamorosa ammissione di colpa”

“Lo scorso autunno è stata approvata una modifica dello statuto per eliminare il limite dei due mandati e consentire a Dovetta di ricandidarsi alla presidenza. All’epoca, ci veniva detto con spavalderia che tutto fosse perfettamente in regola. Ora, invece, assistiamo a un’operazione patetica e grottesca, un tentativo goffo di mettere una pezza su qualcosa che, evidentemente, tanto regolare non era”, scrivono in una nota congiunta il sindaco di Brossasco Paolo Amorisco e il suo vice Patrick Ribodetti

“La convocazione di un nuovo Consiglio dell’Unione Montana Valle Varaita per confermare la modifica statutaria dello scorso settembre è una clamorosa ammissione di colpa. Dopo mesi in cui il presidente Dovetta e il suo cerchio ristretto hanno ostentato sicurezza, rassicurando gli amministratori che nutrivano dei dubbi, oggi la verità viene a galla: la prima grande frottola l’hanno raccontata proprio ai rappresentanti dei comuni che sostengono la sua presidenza perpetua. Se erano così certi della legittimità di quella modifica, perché ora li costringono a rivotarla?”. Lo dichiarano in una nota congiunta il sindaco di Brossasco, Paolo Amorisco, e il rappresentante del Comune di Brossasco (di cui è vicesindaco) in seno all’Unione Montana Valle Varaita Patrick Ribodetti.

“Lo scorso autunno – aggiungono e concludono Amorisco e Ribodetti – è stata approvata una modifica dello statuto per eliminare il limite dei due mandati e consentire a Dovetta di ricandidarsi alla presidenza. All’epoca, ci veniva detto con spavalderia che tutto fosse perfettamente in regola. Ora, invece, assistiamo a un’operazione patetica e grottesca, un tentativo goffo di mettere una pezza su qualcosa che, evidentemente, tanto regolare non era. Se le prime frottole sono state rifilate agli stessi amministratori che dovrebbero sostenerlo, non osiamo immaginare quali storie si racconteranno ai cittadini. Questa vicenda è una chiarissima prova di come qualcuno consideri le istituzioni un giocattolo personale. Ma le regole non sono un optional e la credibilità si costruisce con i fatti, non con gli artifici.