La violinista cuneese Cristina Silvestro da 35 anni nell’orchestra del Festival di Sanremo



Ne fa parte dal 1990 e suona alla kermesse canora ininterrottamente dal 2003
Ci sono anche tre cuneesi tra i componenti dell’Orchestra Sinfonica di Sanremo che da stasera (martedì 11 febbraio) a sabato saranno protagonisti del 75° Festival della Canzone Italiana. Si tratta del violoncellista Stefano Luigi Pellegrino e dei violinisti Samuele Cerrato e Cristina Silvestro. Proprio quest’ultima, nonostante la concitazione e l’emozione del momento, ha accettato di raccontarsi a Cuneo24.it.
D. Chi è Cristina e come si è avvicinata al mondo della musica?
R. “Mio papà, oggi ultranovantenne, suonava il trombone in banda, aveva un talento naturale già trasmesso a sua volta dal padre, mio nonno, altrettanto talentuoso. Quando ero bambina cantavo spesso, la direttrice di una cantoria ha spinto i miei genitori a farmi studiare musica vedendo la mia predisposizione. Dopo l’esame al Conservatorio avrei voluto suonare il pianoforte, ma vista la grande richiesta ci sarebbero stati pochi posti così il direttore di allora, il maestro Mosca, glielo ha sconsigliato spingendomi verso il violino. Dall’età di 9 anni così ho iniziato a studiare violino con il grandissimo maestro buschese Bruno Pignata, al Conservatorio di Cuneo, all’epoca ancora sezione di quello di Torino, oggi Ghedini. Con il maestro Pignata ho studiato per undici anni sempre affiancando anche gli studi del liceo classico. In seguito ho frequentato la scuola di Alto Perfezionamento di Saluzzo e anche la scuola di Perfezionamento musicale di Fiesole per ben tre anni. Ho continuato ancora gli studi, sotto la guida del maestro Corrado Romano, al Conservatorio di Biella. Nel frattempo ho vinto il concorso dell’Orchestra Sinfonica di Sanremo come violinista di fila dei primi violini, dal 1990, e oggi ancora lavoro qui.”
D. Immaginiamo non sia la tua prima volta al Festival di Sanremo, a quante edizioni sei arrivata?
R. “Dal 2003 faccio il Festival, ininterrottamente.”
D. C’è un’edizione che ricordi più di altre?
R. “Ce ne sono molte, tanti ospiti, tanti presentatori. Devo dire che ogni edizione ha avuto le sue caratteristiche ed ognuna a modo suo è stata particolare. Ho ricordi bellissimi delle prime edizioni con Pippo Baudo, lui era veramente un direttore artistico ad ampio spettro, seguiva davvero tutti, dispensava consigli e teneva molto in considerazione l’orchestra che in questi anni era sul palco, aveva un ruolo da protagonista. A quei tempi avevamo un grande maestro d’orchestra, Pippo Caruso, un musicista eccezionale, faceva arrangiamenti stupendi, il livello musicale era più alto, mentre oggi si vede un po’ di tutto. Nell’edizione di Bonolis e Laurenti mi sono divertita, è stata briosa e innovativa. Ricordo con piacere anche le edizioni con Claudio Baglioni che mi piace molto personalmente, si è rivelato semplice, alla mano, spontaneo e disponibile.
D. Un aneddoto particolare?
R. “Sicuramente il lancio degli spartiti come protesta al televoto. Quell’anno, era il 2010, anche l’orchestra aveva diritto al voto ma il risultato finale non combaciava con le nostre preferenze e così abbiamo dimostrato il nostro dissenso. E’ partita così una scenografica guerra di lanci, passata alla storia, che non ha creato danni e viene ricordata ancora oggi.”
D. Come sono le giornate di un orchestrale pre, durante e post festival?
R. “Le prove durano 40 giorni, i primi 10 a Roma al Foro Italico con le letture delle canzoni prima senza cantanti poi già in loro presenza. Tornati a Sanremo il calendario diventa più serrato, ogni cantante prova con l’orchestra due volte. Le prove iniziano alle 10 del mattino e finiscono alle 20.30 con un’ora e mezza di pausa finché ci sono i cantanti. Terminate le prove con i cantanti proviamo pomeriggio e sera, domenica compresa, proviamo gli stacchi, oltre ai vari momenti con gli ospiti e le entrate dei cantanti. Durante le serate del Festival si inizia a provare nel primo pomeriggio, la sera delle cover anche il mattino. Sono giorni di lavoro concitato, ritmi serrati e in un niente arrivi all’ultima serata. Si proclama il vincitore e finisce tutto come una bolla di sapone come un incantesimo. Hai lavorato tanto, ricevuto soddisfazione e in un niente svanisce. Stanchezza, tristezza, pianti, sensazioni difficili da descrivere se non le si prova.