“ProLifeInsieme” stigmatizza il presidio di “Non una di meno” e “Rete +194”
20 febbraio 2025 | 08:00
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“Il fondo “Vita nascente” mostra l’alternativa che possa impedire alla mamma di uccidere il proprio bambino”
A seguito del nostro articolo sul presidio contro il finanziamento regionale per il fondo “Vita nascente”, diamo spazio a due scritti giunti dal collettivo “Prolifeinsieme”,
Queste le due lettere contro il presidio:
- Ogni volta che leggo articoli di manifestanti scatenate che si agitano contro chi cerca di difendere la vita nascente non mi do pace. Non riesco a capire cosa spinga donne, in questo caso rete + 194 e non una di meno a manifestare davanti al palazzo della regione Piemonte contro la “stanza dell’ascolto”.
A contestare il finanziamento al fondo “vita nascente”. Sia la stanza dell’ascolto dell’ospedale Sant’ Anna di Torino che il fondo hanno come fine il fornire supporto alle donne che stanno decidendo di fare una cosa terribile.
L’obiettivo di chi si pone dalla parte della donna è quello di mostrare un’alternativa alla morte perché l’alternativa per impedire alla mamma di uccidere il proprio bambino c’è.
Oltre ad offrire supporto psicologico, gli operatori dei centri di aiuto alla vita, propongono alla futura madre aiuti concreti. Informandola
inoltre che, se proprio non si sente di tenere il bambino per motivi personali, esiste la possibilità di partorire in anonimato. Il parto
anonimo è garantito dalla legge. La donna resterà anonima e il bambino sarà dato in adozione.
Questo è stare dalla parte delle donne. Pensare per loro, dare loro conforto, farle sentire ascoltate, capite, supportate in un momento così
delicato della loro vita.
Aiutarle a capire cosa nel loro cuore desiderano veramente.
Nessuno degli operatori dei centri di aiuto alla vita farà mai violenza o cercherà di manipolare la futura madre per farla desistere dalla
scelta che, qualunque essa sia, sarà sempre personale.
Si accusa chi difende la vita di essere contro i diritti delle donne. In realtà si tratta di difendere anche i diritti di donne non ancora
nate….di persone non ancora nate oltre che a fornire una possibilità di scelta a chi sta vivendo emozioni travolgenti che possono fare
perdere la lucidità e fare compiere scelte di cui potrebbero pentirsi per sempre.
Angela D’Alessandro
Comitato “ Pro-life insieme “
- “la Rete +194” e “Non una di meno” hanno manifestato davanti alla sede del Consiglio Regionale del Piemonte per protestare contro il finanziamento al fondo cosiddetto “Vita nascente” e contro la Stanza dell’Ascolto all’ospedale Sant’Anna di Torino”
Se solo si ascoltassero quando parlano, capirebbero il baratro di incoerenza e di dissociazione mentale nel quale sono cadute queste attiviste che fanno parte di gruppi che si dicono a favore della donna sulla carta, ma che di fatto sono contro la tutela del bene più importante che una donna debba difendere: la sua dignità.
Dopo quasi 50 anni dalla approvazione di questa triste legge 194 è ormai evidente il suo innegabile fallimento, dimostrato chiaramente non solo dalle statistiche di denatalità ma ancora più dalla cultura di morte che caratterizza la nostra società.
Questa “cultura” si è diffusa proprio a causa della banalizzazione dell’aborto fino ad innalzarlo a diritto della madre a decidere di sopprimere il proprio bambino, il feto.
La vita umana non è più sacra e legata al mistero insondabile e soprannaturale della creazione della vita stessa, bensì la vita umana
può essere scartata a piacimento, trasformando il bambino da individuo unico ed irripetibile – come il suo DNA – in un semplice “oggetto” da scegliere.
Questa scelta tanto decantata da questi movimenti femministi risulta invece essere un fardello assai pesante da portare per ogni donna che decida di rinunciare al proprio figlio.
La madre infatti è tale dal concepimento e questa scelta di morte innescherà una guerra con sé stessa che, a livello sociale, porterà
molte donne a difendere il loro diritto di uccidere addirittura ostacolando aiuti psicologici ed economici ad altre donne che ne
avessero necessità.
Risultato: la battaglia interiore della donna la spinge ad ostacolare chiunque voglia portare vita, scontrandosi spesso proprio con altre
donne che portano le ferite di un aborto passato e che vogliono evitare altra sofferenza.
Perché l’aborto è sempre una sconfitta per la donna e per la società intera, chi vi dice il contrario non è sincero o non è cosciente.
Mai come ai giorni nostri abbiamo bisogno di uomini coraggiosi pronti a difendere la vita nascente, che dimostrino che essere genitori è un dono da tutelare non un diritto da esercitare in base a una scelta soggettiva.
Manuela Ferraro
Comitato “ Pro-life insieme “