
Nel 1916 Einstein pubblica la “Teoria generale della Relatività”
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Santi del giorno
Sant’Alessandra di Amiso e compagne, martiri.
Santa Claudia e compagne, martiri di Amiso.
San Giovanni Nepomuceno, sacerdote e martire, è il protettore di marinai, canonici, ufficiali della curia vescovile, ponti, calunniati e della buona fama.
Avvenimenti
1800 – Alessandro Volta presenta la pila. Una scintilla scoccata quasi per caso spalancò alla fisica e alla tecnica orizzonti impensabili nell’epoca dell’illuminazione a gas. La scoperta di Volta mostrò una nuova fonte d’energia che di lì a poco avrebbe avuto innumerevoli applicazioni. Il primo a studiare seriamente l’elettricità era stato il fisico britannico William Gilbert, cui si deve la paternità del nome stesso “elettricità”, coniato dal greco antico elektron, che vuol dire “ambra”; è strofinando quest’ultima con un panno che i Greci si erano accorti delle sue proprietà magnetiche. Verso la fine del XVIII secolo, il giovane Alessandro Volta, docente di fisica sperimentale all’Università di Pavia, era già noto per i suoi esperimenti sull’elettricità che lo avevano condotto all’invenzione dell’elettroforo, strumento in grado di rilasciare elettricità per strofinio e induzione. Negli stessi anni era salito agli onori delle cronache scientifiche il medico bolognese Luigi Galvani, con le sue teorie sulla presenza di elettricità nei corpi organici. Nel corso di un esperimento su una rana si era accorto che le zampe dell’anfibio si contraevano anche dopo la morte, dopo averle toccate con la punta di uno scalpello; di qui era arrivato a teorizzare l’esistenza di un’elettricità animale, tesi accolta con entusiasmo da tutto il mondo accademico. Eccetto uno. Volta non era affatto convinto che le cose stessero così e per lui quel fenomeno si spiegava con il contatto di metalli diversi. Ne nacque un’aspra diatriba che spaccò il mondo accademico in due fazioni, Galvaniani e Voltiani. Prevalsero le ragioni di questi ultimi, anche se il tempo restituì dignità scientifica alle tesi di Galvani, oggi riconosciuto come lo scopritore dell’elettricità biologica. Volta, dal canto suo, trasse dalla polemica maggior impulso a proseguire le sue ricerche. Un articolo letto sul Journal of Natural Philosophy lo mise, involontariamente, sulla buona strada. L’autore, e suo collega, William Nicholson lo invitava apertamente a perfezionare l’elettroforo, partendo dai risultati di recenti test effettuati sulle torpedini, pesci cosiddetti elettrofori (ovvero in grado di produrre campi elettrici). Il suggerimento erroneo era di utilizzare un disco di resina e uno di metallo, da strofinare con pelle di gatto. Accortosi dell’errore, Volta trasse lo spunto giusto da quella lettura, provando a moltiplicare i contatti tra metalli diversi. Nel 1799 realizzò due colonnine di legno, impilando all’interno di ognuna coppie di metalli conduttori diversi, nella fattispecie dischetti di zinco e rame separati da strati di feltro imbevuto di una soluzione salina, così da produrre un fluido elettrico continuo. Completava l’opera un filo di rame che metteva in contatto le due estremità, facendo circolare e rilasciando corrente. Era di fatto un primo prototipo di generatore statico di elettricità, una sorta di progenitore di quelle che oggi chiameremmo batterie. Il nuovo dispositivo, inizialmente indicato come apparato elettromotore, venne esposto da Volta in una lettera inviata al presidente della Royal Society, Joseph Banks, il 20 marzo del 1800. Quel documento rappresentò la prima dimostrazione ufficiale del funzionamento della “pila di Volta” o pila voltaica, come venne identificata successivamente. Il mondo scientifico comprese di trovarsi davanti a una svolta epocale: per la prima volta aveva a disposizione uno strumento in grado di produrre corrente in modo ininterrotto, aprendo di fatto all’era dell’elettricità e a ricadute tecniche formidabili. Nel corso del secolo questo fu il punto di partenza per numerose scoperte, tra cui il telegrafo elettrico, la lampadina, la radio. La fama di Volta varcò in poco tempo i confini nazionali ed europei e tra i riconoscimenti ottenuti entrò nella storia la dimostrazione della pila al cospetto di Napoleone Bonaparte, che ne rimase affascinato a tal punto da offrirgli la Legion d’Onore e un cospicuo premio in denaro.
1815 – Inizio dei Cento giorni di Napoleone, che entra a Parigi, dopo essere fuggito dall’Isola d’Elba, alla testa di un esercito regolare di 140.000 uomini e di una forza di circa 200.000 volontari.
1916 – Einstein pubblica la “Teoria generale della Relatività”. Una rivoluzione filosofico-scientifica in 54 pagine. Tante ne occorsero ad Albert Einstein nel saggio I fondamenti della teoria della Relatività generale (Die Grundlage der allgemeinen Relativitätstheorie), per ridefinire le leggi della fisica classica e offrire una chiave di lettura della realtà. Pubblicato il 20 marzo del 1916, sulla rivista “Annali della Fisica” (Annalen der Physik), con esso superò l’idea newtoniana di spazio e tempo come enti assoluti e separati l’uno dall’altro, introducendo un modello di Universo costruito sul concetto di uno spaziotempo a quattro dimensioni. In base a questa teoria, il fenomeno della gravità non veniva ad essere altro che un effetto della curvatura dello spaziotempo. Conclusioni di portata rivoluzionaria che aprirono un nuovo orizzonte nel campo della Fisica e dello studio del Cosmo, portando a compimento dieci anni di studi avviati sulla base della Teoria della relatività ristretta, elaborata dallo scienziato tedesco nel 1905.
1969 – John Lennon sposa Yōko Ono.
Nati
Isolde Kostner – Nata a Bolzano, è un’ex sciatrice alpina, specializzata nella discesa libera e nel supergigante. Isolde, cugina della pattinatrice artistica su ghiaccio Carolina, ai Giochi Olimpici ha vinto un argento nella discesa libera a Salt Lake City 2002 e due bronzi, nella discesa libera e nel supergigante, a Lillehammer 1994. In tre edizioni dei Mondiali, sempre nel supergigante, ha vinto due ori e un argento. Nella discesa libera ha conquistato la Coppa del Mondo di specialità nel 2001 e nel 2002. Festeggia 50 anni.
Spike Lee – Annoverato tra i maggiori esponenti del cinema d’autore contemporaneo, è senza dubbio il più popolare regista afroamericano. Nato ad Atlanta, capitale della Georgia, Shelton Jackson Lee, in arte Spike (“magro” o “ribelle”, legato alla corporatura e al carattere), si avvicina al cinema con un bagaglio culturale, segnato dalle letture di Malcom X e Martin Luther King. Due simboli della lotta per i diritti civili e l’emancipazione dei neri d’America che orientano la sua attività di regista, impegnato su temi politico-sociali, quali il razzismo, la droga e la violenza. Giunto alla celebrità con Fa’ la cosa giusta, sulla difficile convivenza nei ghetti di Brooklyn, che gli fa ottenere una nomination agli Oscar come “miglior sceneggiatura”, da “Mo’ Better Blues” (1990) trova il suo attore feticcio in Denzel Washington, che ritrova nel capolavoro Malcom X e in Inside Man (2006), pellicola che registra il più alto incasso per il regista. Insignito del Premio César (2003) alla carriera e di una stella sulla celebre Hollywood Walk of Fame, Lee è il fondatore della casa di produzione “40 Acres & a Mule Filmworks” (40 acri di terra e un mulo), che richiama la mancata disattesa di risarcimento fatta agli schiavi africani, dopo la fine dello schiavismo. Nel 2016 l’Academy gli assegna l’Oscar alla carriera, «per lo straordinario contributo che ha dato al mondo dello spettacolo durante la sua carriera».
Con David Rabinowitz, Charlie Wachtel e Kevin Willmott nel 2019 vince il premio per la Migliore sceneggiatura non originale per il film BlacKkKlansman. Compie 68 anni.
Eventi sportivi
1966 – La Coppa Rimet viene rubata dalla Central Hall di Londra.
Proverbio / Citazione
Neve marzolina dalla sera alla mattina.
“Amo gli animali e mi emoziona vederli liberi”Isolde Kostner