Oltre 600 fedeli riceveranno il mandato come ministri straordinari della comunione della Diocesi di Cuneo-Fossano

Sarà conferito domenica 6 aprile, alle 15.30 nella Cattedrale di Cuneo, dal vescovo Piero Delbosco
Cuneo. Domenica 6 aprile, alle ore 15.30 nella Cattedrale di Cuneo, il vescovo Piero Delbosco conferirà ad oltre 600 fedeli il mandato come ministri straordinari della comunione per gli anni 2025, 2026 e 2027. I parroci e i rettori dei santuari diocesani hanno indicato più di seicento fedeli per questo prezioso ministero nelle parrocchie della Diocesi; di questi un centinaio sono persone che diventano per la prima volta ministri della comunione. Nel mese di febbraio hanno vissuto due incontri di formazione per soffermarsi sugli aspetti fondamentali che questo ministero richiede e sulle attenzioni particolari per accostarsi con dedizione all’ammalato.
Chi é il ministro straordinario della comunione e di cosa si occupa
Il ministro straordinario della comunione collabora con il presbitero per la distribuzione della comunione durante le celebrazioni eucaristiche e porta la comunione alle persone anziane o ammalate che non possono recarsi a messa. È ministero perché è un compito di servizio affidato dal vescovo e non è un auto-promozione sulla base di una candidatura personale; il suo carattere straordinario non ne fa soltanto un’attuazione eccezionale, ma sottolinea la gratuità che la comunione eucaristica richiede, perché ogni fedele possa ricevere quel dono incommensurabile che è l’Eucaristia. I recenti dibattiti attorno al Sinodo della Chiesa universale si sono soffermati sull’importanza di dare attuazione ad una ministerialità diffusa nelle comunità ecclesiali. I ministri straordinari della comunione danno volto concreto e specifico a tutto questo, in una prospettiva di servizio e cura.
I due ambiti di esercizio concreto di questo ministero mostrano due attenzioni fondamentali nelle comunità cristiane: la cura per la liturgia e l’attenzione per gli ammalati. È decisivo per il presente della chiesa curare e custodire la liturgia, non come ostentazione di potere, ma come segno tangibile della presenza di Dio nella nostra vita nella Parola e nel Sacramento. Questo richiede più figure ministeriali che, coordinate dal presbitero e dal diacono, concorrono per la cura della liturgia. In questo ambito, i ministri straordinari sono chiamati a dare il loro apporto, prezioso e discreto. La visita agli ammalati con la possibilità di portare la comunione nelle loro case o nelle strutture dove sono ricoverati è segno efficace della cura pastorale per i fedeli che non possono recarsi a condividere con la comunità la celebrazione eucaristica.
Il servizio del ministro è senza dubbio per la comunione eucaristica, ma questo servizio diventa attenzione alla cura della comunione nell’attenzione concreta alle relazioni all’interno delle nostre comunità.