Osservatorio del Popolo della Famiglia; per Marro: “anacronistico e ideologico!”

9 marzo 2025 | 15:03
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Osservatorio del Popolo della Famiglia; per Marro: “anacronistico e ideologico!”
NIcola di Matteo - Giulia Marro

L’annuncio del segretario PdF Di Matteo ha suscitato alcuni commenti politici tra cui quello della consigliera regionale cuneese

Di qualche giorno fa l’annuncio del Popolo della Famiglia sulla nascita del nuovo “Osservatorio nazionale su Scuola, Vita e Salute, Lavoro“, uno strumento che l’organizzazione ritiene necessario a fronte di poche, timide e prettamente elettorali, parole dei partiti contro le posizioni ideologiche del mainstream e le strategie woke.
Non sono mancate reazioni politiche alla notizia, tra cui quella della consigliera regionale cuneese Giulia Marro.
Questo il messaggio integrale di PdF e la posizione del neo segretario nazionale Di Matteo:

“Il Popolo della Famiglia (PdF) ha costituito il nuovo “Osservatorio nazionale su Scuola, Vita e Salute, Lavoro” allo scopo di approfondire queste tematiche così cruciali per il futuro dell’Italia e anche per proporne una visione fuori dalle posizioni ideologiche del mainstream. “A differenza di altre associazioni operative nell’ambito pro-family, vicine al nostro sentire ma sicuramente in linea con i partiti del centrodestra”, dichiara Nicola Di Matteo, neo segretario nazionale del PdF, “noi ci esprimiamo con una ‘intransigenza’ più esplicita. Lo constatiamo dal fatto oggettivo che, più che proclami di intenti in campagna elettorale e qualche timida misura finanziaria, ben poco i partiti al governo hanno messo in campo per sostenere davvero la famiglia, nulla per difendere la natalità opponendosi efficacemente all’aborto inteso come diritto della donna, e ben poco, ma staremo a vedere, contro il tentativo di far passare la legge sul fine-vita”.

“In occasione delle competizioni elettorali comunali, quest’anno sarà il caso di Ravenna e di Monfalcone, di quelle regionali, con in prospettiva Puglia, Marche e Veneto, e anche delle elezioni politiche ed europee, a cui abbiamo partecipato con nostre liste o in coalizione con partiti a noi affini, il PdF non ha mai smesso di operare in senso prettamente culturale, sui fronti a noi più congeniali, vale a dire per la difesa della vita e il sostegno alla famiglia, in particolare nella scuola” sottolinea Di Matteo. “Il PdF, fondato l’11 marzo del 2016, con l’intento di dare voce in politica a 27 milioni di famiglie italiane, che i partiti tradizionali non rappresentavano e che non rappresentano tuttora, costituisce un unicum nell’orizzonte nazionale. Nato dal basso, opera grazie all’impegno volontario di centinaia di militanti attivi iscritti e di centinaia di migliaia di italiani simpatizzanti, che ci hanno votato e che periodicamente sottoscrivono le nostre proposte di legge e le raccolte di firme”.

Referente nazionale dell’Osservatorio è stata nominata Cristina Zaccanti, coordinatrice regionale del PdF in Piemonte e anche consigliere nazionale. Accanto a lei, opererà una squadra di referenti locali per vigilare ed elaborare riflessioni e approfondimenti, essenziali e collegati, secondo le specifiche competenze e i personali ambiti. L’obiettivo è rendere visibile la strategia che il cosiddetto mondo “woke” si ostina a tentare di propinarci, lautamente finanziato da forze sovranazionali miranti a destrutturare la famiglia e la società. “Con il pretesto di sviluppare un programma finalizzato a sradicare la povertà, proteggere il pianeta e garantire prosperità e pace”, conclude Di Matteo, “l’Onu elabora un piano per imporci l’accettazione di una globalizzazione ispirata ad un nuovo umanesimo fluido, green, transumano, neutralizzato con un asterisco, privato della famiglia, che è invece l’unico baluardo solido e invincibile. Il Popolo della Famiglia è chiamato a tenere accesi i riflettori, ad indicare con chiarezza gli obiettivi, a non abbassare mai la guardia”.

IL COMMENTO DELLA CONSIGLIERA GIULIA MARRO
La nascita di questo Osservatorio conferma l’esistenza di una visione anacronistica e radicale che, invece di occuparsi concretamente delle difficoltà che famiglie, lavoratrici e lavoratori affrontano ogni giorno, si arrocca su posizioni dogmatiche e punitive. Parlare di ‘strategie woke’ come di un pericolo da combattere significa distogliere l’attenzione dai veri problemi del Paese: la precarietà del lavoro, la crisi abitativa, il sottofinanziamento della scuola pubblica e della sanità.
Chi si scaglia contro il riconoscimento dei diritti fondamentali, come l’autodeterminazione delle donne e la libertà di scelta sul fine vita, dimostra di non voler migliorare le condizioni di vita delle persone, ma solo di esercitare un controllo ideologico. Noi continuiamo a lavorare per una società più giusta, in cui la libertà individuale e i diritti sociali siano il fondamento di un reale progresso collettivo.”