Al Castello di Grinzane Cavour un convegno sull’Intelligenza artificiale, tra rischi e opportunità






Giovedì 17 aprile Stefano Epifani e Luciano Gaiotti hanno tenuto un discorso in merito alle potenzialità di una rivoluzione globale nel contesto umano, imprenditoriale e geopolitico
Successo per il convegno “L’Intelligenza Artificiale: opportunità, sfide e impatti sulla vita quotidiana e sulle imprese”, organizzato giovedì 17 aprile al Castello di Grinzane Cavour dall’Associazione Commercianti Albesi e ACAdemy – Dire il Futuro, in collaborazione con la Fondazione per la Sostenibilità Digitale – Digital Transformation Institute. L’evento si inserisce tra le iniziative ideate per celebrare l’80° anniversario della fondazione dell’ACA, avvenuta il 22 giugno 1945.
Il seminario divulgativo, che ha richiamato un nutrito pubblico eterogeneo, si è composto di due distinti momenti. Il primo è consistito in una lectio individuale tenuta dal professor Stefano Epifani, presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale, realtà che lavora per promuovere un approccio etico, responsabile e sostenibile alla trasformazione digitale, con un focus specifico sulle ricadute sociali e ambientali delle nuove tecnologie. Epifani, autore di saggi, docente universitario e consulente per istituzioni pubbliche e private, è una delle voci più autorevoli in Italia sui temi dell’innovazione e della comprensione del ruolo che la tecnologia ha nella costruzione di un futuro equo e sostenibile.
«La trasformazione digitale è sia un’evoluzione tecnologica sia un fenomeno sociale profondo che ci impone di ripensare al nostro ruolo come individui e come comunità – ha affermato Epifani –. Questo cambiamento genera timori comprensibili, ma non va subito passivamente: al contrario, possiamo orientarlo per ridurne i rischi e valorizzare le opportunità». Il professore ha poi chiarito che uno dei temi centrali della rivoluzione digitale è l’intelligenza artificiale (IA), chiarendo che quando se ne parla, in realtà si fa spesso riferimento a quella generativa, come ChatGPT. «È essenziale comprendere che l’IA non riproduce l’intelligenza umana, anzi l’utilizzo della parola “intelligenza” genera ambiguità e metafore fuorvianti – ha continuato Epifani –. Strumenti come ChatGPT sono progettati per rielaborare dati preesistenti secondo modelli probabilistici, generando testi coerenti ma che sono in realtà risposte approssimative. Perciò non creano vere innovazioni, ma rielaborano precedenti informazioni in nuove forme».
Di fronte a questo scenario, è fondamentale chiedersi che tipo di società vogliamo costruire, quale modello economico sia in grado di sostenerla nel rispetto dell’ambiente, e quale ruolo abbia il digitale in questo percorso. «Entra in gioco il concetto di sostenibilità digitale, ovvero comprendere come usare il processo trasformativo indotto dalla tecnologia, massimizzandone i benefici e limitandone gli impatti negativi – ha concluso il suo intervento il professore – . Va poi chiarito che non esiste un’etica dell’IA in sé: la responsabilità è nelle mani di chi progetta, governa e utilizza queste tecnologie. Spetta a noi definire i limiti e mantenere il controllo, assicurandoci che l’innovazione resti al servizio dell’uomo».
La seconda parte ha visto Epifani impegnato in un dialogo guidato da Luciano Gaiotti, direttore centrale Servizi per il Sistema Confcommercio – Imprese per l’Italia e amministratore del Digital Innovation Hub, promosso da Confcommercio per supportare le imprese associate nella transizione digitale e nei percorsi di innovazione.
Creare reti – di imprese, privati, enti di categoria e territoriali – per condividere esperienze e strategie sull’integrazione dell’IA, oltre che approfondirne l’uso in settori specifici partendo da problemi reali e locali. Questi sono i concetti fondamentali emersi dal dialogo guidato da Luciano Gaiotti. «È necessario creare un nuovo tipo di formazione, che aiuti a sviluppare risorse umane in grado di cogliere le potenzialità dell’IA – ha affermato Epifani –. La vera sfida è quindi ripensare il territorio per integrarlo in un processo di trasformazione, creando un ecosistema formativo che coinvolga e sia a vantaggio di tutti. Il valore aggiunto nasce dalla collaborazione».
Per ACA erano presenti il presidente Giuliano Viglione, il direttore Fabrizio Pace, il vice direttore Silvia Anselmo e la responsabile della Segreteria Generale Elena Giachino, che ha introdotto l’incontro. Presenti in sala, tra gli altri, il presidente di Confcommercio Provincia di Cuneo Danilo Rinaudo e molti giornalisti, in quanto il convegno ha costituito occasione utile ai fini della Formazione continua obbligatoria prevista per gli iscritti all’albo della professione.
«Con questo convegno l’ACA ha voluto gettare uno sguardo sul mondo del presente e del futuro, scoprendo quali siano le opportunità, ma anche i rischi, dell’IA – afferma il presidente ACA, Giuliano Viglione –. È un approfondimento che va non solo a nostro beneficio, ma anche e soprattutto a quello delle prossime generazioni».
«L’intelligenza artificiale è arrivata nei nostri territori iniziando a coinvolgere concretamente i settori chiave del commercio, del turismo e dei servizi – ha concluso il direttore ACA, Fabrizio Pace –. Tuttavia, è naturale chiedersi se l’IA metterà a rischio i princìpi unici che contraddistinguono le nostre imprese e il nostro lavoro: relazione, fiducia, contatto umano. Di certo rappresenta uno strumento utile e potente. Ma il vero valore aggiunto resterà la nostra capacità di ascoltare, comprendere, costruire rapporti autentici. L’IA sarà una risorsa e alleata solo se sapremo utilizzarla senza mai perdere di vista ciò che ci rende insostituibili: le persone».