sabato 12 aprile

Il Buongiorno di Cuneo24

12 aprile 2025 | 08:09
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Il Buongiorno di Cuneo24

Nel 1334 la Repubblica Fiorentina nomina Giotto di Bondone capomastro del Duomo e architetto delle fortificazioni

Cuneo. Il sole è sorto alle 6:46 e tramonta alle 20:15. Durata del giorno tredici ore e ventinove minuti.

Santi del giorno
San Zeno (Zenone) di Verona, vescovo, è il protettore dei pescatori.
San Giulio I, Papa.
San Saba il Goto, martire.

Avvenimenti
1204 – I Veneziani con i Cavalieri della Quarta crociata conquistano, per la seconda volta, Costantinopoli.
1334 – La Repubblica Fiorentina nomina Giotto di Bondone capomastro del Duomo e architetto delle fortificazioni.
1633 – Processo a Galilei per eresia. A poco più di un anno dalla pubblicazione del Dialogo sui due Massimi Sistemi del Mondo (21 febbraio), con cui diede pieno sostegno e diffusione alle teorie copernicane sul moto dei corpi celesti, Galilei finì nel mirino del tribunale dell’Inquisizione, che lo mise sotto processo per eresia. Iniziato a porte chiuse il 12 aprile del 1633, il procedimento fu ispirato da papa Urbano VIII, con cui Galileo intratteneva da tempo rapporti di reciproca stima e amicizia. Di fronte, però, allo straordinario consenso riscosso dalla nuova opera dello scienziato pisano, che andava a sconfessare la teoria aristotelico-tolemaica accettata dalla Chiesa, il Pontefice, su pressione della componente gesuita, ordinò che il libro venisse posto all’attenzione della commissione del Sant’Uffizio. Malato e in là con gli anni, messo con le spalle al muro, Galilei si trovò costretto all’abiura delle sue tesi, subendo, il 22 giugno, la condanna per «veementemente sospetto d’eresia» da scontare in carcere, pena poi commutata negli arresti domiciliari a vita nella sua casa di Firenze. Riabilitato a partire dal 1822, data in cui venne concesso l’imprimatur alla pubblicazione dell’opera “Elementi di ottica e astronomia” di Giuseppe Settele che riconosceva le teorie di Copernico, nel 1992 la Chiesa riconobbe come ingiusta la condanna del 1633, in quanto frutto di «un’indebita commistione di teologia e cosmologia pseudo-scientifica e arretrata».
1961 – Primo uomo nello spazio. Conquistare per primi lo spazio, allo scopo di dominare meglio la Terra. Una sfida che per circa vent’anni vide contrapposti i due “grandi blocchi”. La fase iniziale vide trionfare quello sovietico, che portando l’uomo nello spazio alzò l’asticella della sfida e costrinse gli Americani a correre ai ripari. Il clima di guerra fredda, imperante nei decenni successivi alla Seconda guerra mondiale, vide Stati Uniti d’America e Unione Sovietica contendersi pezzi di mondo e dimostrare la propria potenza tecnologica e militare con una corsa sfrenata agli armamenti. In quest’ottica la conquista del cosmo garantiva due importanti risvolti: con il lancio di satelliti nello spazio sarebbe stato più facile spiare il nemico; farlo in anticipo sugli avversari avrebbe significato propagandare i rispettivi progressi scientifici. Il lancio dello Sputnik nel 1957, primo satellite nello spazio, aveva assegnato il primo prestigioso round all’U.R.S.S., battendo sul tempo gli Americani che tre mesi più tardi mandarono in orbita l’Explorer 1. Nel 1960 il regime guidato da Nikita Krusciov sembrava pronto a un altro clamoroso sorpasso. Con il progetto Vostok si mirava, per la prima volta, a portare l’uomo nell’orbita terrestre. Dalla primavera del 1960 al marzo dell’anno seguente vennero effettuati diversi lanci, utilizzando manichini e in molti casi animali, come cani e ratti, alcuni dei quali persero la vita durante il volo o in fase di atterraggio. La fase più drammatica si ebbe con la catastrofe di Nedelin: un missile intercontinentale esplose sulla rampa di lancio, provocando la morte di oltre 200 dipendenti. Un episodio che aumentò le condizioni di rischio per un eventuale coinvolgimento umano. Tuttavia non c’era molto tempo, visto che gli USA avevano programmato per marzo del 1961 il lancio del Mercury con un astronauta a bordo, poi rimandato a maggio. Nel frattempo l’agenzia spaziale sovietica RKA era stata incaricata di addestrare 20 cosmonauti, tra i quali sarebbe stato scelto il miglior pilota. La selezione premiò Jurij Alekseevič Gagarin, che il 12 aprile si accomodò all’interno della capsula del Vostok 1, sulla rampa di lancio del Cosmodromo di Bajkonur (nella steppa del Kazakistan). Il razzo si alzò alle 9.07 (ora di Mosca) e pochi minuti dopo Radio Mosca annunciò trionfalmente la notizia. Tutti i vari passaggi funzionarono senza problemi, anche perché i comandi erano azionati da terra e il pilota poteva fungere solo da spettatore passivo. Lo stesso aveva a disposizione riserve d’ossigeno e provviste alimentari per dieci giorni, nel caso fossero insorti inconvenienti al sistema computerizzato. Non ce ne fu bisogno. Gli 89 minuti di volo trascorsero senza contrattempi e la navicella riuscì a eseguire un’orbita terrestre completa prima di rientrare nell’atmosfera. Alle 10.35, a una quota concordata di 7.000 m, Gagarin si catapultò dalla capsula e appeso al paracadute atterrò nei pressi della città di Engels. Venne accolto come un eroe e la propaganda sovietica fece risaltare al massimo l’evento. Non v’era dubbio che con la sua impresa era stata scritta una pagina storica del progresso scientifico, destinata ad allargare gli orizzonti delle conquiste umane. Tra i suoi primati, anche quello di osservare che il colore predominante della Terra, vista dallo spazio, era il blu. Gagarin descrisse in numerose interviste lo spettacolo cui aveva assistito, esortando il genere umano a impegnarsi di più nella conservazione del pianeta.

Nati in questo giorno
Luca Argentero – Attore e personaggio televisivo, è nato a Torino. Dopo essersi diplomato al “Collegio san Giuseppe”, si è laureato in Economia e Commercio, pagandosi gli studi con l’attività di barman in una discoteca della zona. Nel 2003 prende parte al “Grande Fratello” che lo lancia come ospite in molti salotti televisivi e come modello. Affascinato dal mondo cinematografico, inizia a studiare recitazione, debuttando, nel 2005, nella serie televisiva Carabinieri e, nello stesso anno, sul grande schermo con il film “A casa nostra” di Francesca Comencini. Due anni dopo ritorna nelle sale cinematografiche con la pellicola Saturno contro, diretto da Ferzan Ozpetek, interpretazione che gli vale il Premio Diamanti al Cinema come miglior attore non protagonista. Gira poi “Lezioni di cioccolato” accanto a Violante Placido. Nel 2009 con la partecipazione al film “Diverso da chi?” conquista la prima candidatura al David di Donatello come miglior attore protagonista e, a conferma delle sue capacità artistiche, recita in numerose altre pellicole, anche accanto a star internazionali, come nel caso di Mangia prega ama con Julia Roberts. Nel 2014 è nel cast di Un boss in salotto, accanto a Rocco Papaleo e Paola Cortellesi, mentre l’anno seguente è il protagonista principale della commedia Noi e la Giulia. Nel 2018 è nel cast del film Cosa fai a Capodanno? e, nel febbraio 2019, di Copperman. Dal 2020 è il protagonista della serie TV Doc – Nelle tue mani, giunta alla terza stagione. Nel 2021 interpreta don Davide nel film Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto. Nel 2024 è tra i protagonisti del film Una famiglia sottosopra.
Compie 47 anni.
Marcello Lippi – Nato a Viareggio, è un allenatore di calcio ed ex difensore, dal 2012 al 2014 tecnico della squadra cinese del Guangzhou Evergrande, dove conquista tre campionati, una Coppa cinese e una AFC Champions League. Siede sulla panchina della Nazionale del gigante asiatico dall’autunno 2016 fino a fine gennaio 2019, quando ne diventa direttore tecnico e poi di nuovo allenatore da maggio a novembre 2019. Nell’ottobre 2020 annuncia il suo ritiro. Marcello Romeo Lippi vince cinque volte lo scudetto tricolore, quattro Supercoppe e una Coppa italiane con la Juventus, trofei nazionali ai quali vanno aggiunti una Champions League (95/96), una Coppa intercontinentale e una Supercoppa UEFA. Insieme a Miguel Muñoz, Alex Ferguson e Carlo Ancelotti, è l’allenatore ad aver disputato il maggior numero di finali di Champions League: quattro, di cui tre consecutive, come Fabio Capello. Commissario tecnico della Nazionale italiana dal 2004 al 2006 e dal 2008 al 2010, conquista la Coppa del Mondo FIFA 2006. Da giocatore cresce nelle giovanili del Viareggio e gioca, dal 1970 al 1979, nella Sampdoria. Da allenatore, negli anni Novanta guida l’Atalanta, il Napoli, la Juventus e l’Inter, e dal 2001 al 2004 di nuovo la Juventus. Festeggia 77 anni.

Eventi sportivi
1970 – Il Cagliari di Gigi Riva è campione d’Italia. Lo stadio Amsicora di Cagliari, stracolmo di tifosi, non aspetta che il triplice fischio finale per esultare e festeggiare la conquista dello scudetto 1969/70. Il Cagliari è in vantaggio sul Bari per un gol a zero, grazie ad una rete di testa di Gigi Riva (il bomber isolano e della Nazionale), messa a segno nel primo tempo. Sono lunghissimi i minuti finali che separano la squadra di Manlio Scopigno dalla conquista matematica del tricolore addirittura con due giornate di anticipo sulle inseguitrici Juventus ed Inter. Alle 17.12, al 43° minuto, Sergio Gori firma il raddoppio e scatena l’entusiasmo dei tifosi che a fine partita invadono il campo. Un successo meritato, rafforzato dalla classifica finale (il campionato è a 16 squadre e la vittoria vale due punti) che vede il Cagliari primo con 45 punti, seguito dall’Inter a 41 e dalla Juventus a 38. Capocannoniere del campionato, per la terza volta, è Gigi Riva con 21 reti. Cinque neo campioni d’Italia sono presenti anche nei successivi Mondiali di Messico ’70, conclusi con l’Italia al secondo posto. I convocati dal c.t. Valcareggi sono Riva, il capitano Cera, Gori, Albertosi e Domenghini.

Proverbio/Citazione
Aprile e conti per lo più son traditori.
“Vincere è sempre importante ed è raramente frutto del caso. Puoi essere fortunato una volta, due, ma le vittorie sono sempre il frutto di un lavoro, di un gruppo formato al quale si contribuisce come allenatore” Marcello Lippi