Molino Sant’Anselmo, due milioni di euro e 16 anni di stallo

27 aprile 2025 | 17:27
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Molino Sant’Anselmo, due milioni di euro e 16 anni di stallo
Molino Sant'Anselmo

A 13 anni dalla fine dei lavori e sedici dalla stipula della convenzione, il Molino versa in uno stato di abbandono e degrado, con tettoie danneggiate, intonaci scrostati e accessi sbarrati.

Cuneo – Una struttura ristrutturata con oltre due milioni di euro di risorse pubbliche, poi abbandonata e lasciata in completo degrado. È la storia del Molino Sant’Anselmo, protagonista di un’interpellanza urgente presentata dal consigliere Paolo Armellini della Lista Indipendenti alla Sindaca Patrizia Manassero e all’Assessore competente del Comune di Cuneo.
Nel 2009, spiega il Consigliere, nell’ambito degli accordi tra ANAS e  Società autostradale Asti-Cuneo per il risarcimento ambientale dovuto all’impatto dell’autostrada, veniva approvata la convenzione che prevedeva la ristrutturazione del vecchio mulino lungo il fiume Stura. I lavori, affidati alla Società che gestisce l’autostrada, si sono conclusi nel 2012 con un costo complessivo di oltre 2 milioni di euro, interamente a carico del concessionario, che avrebbero dovuto condurre al passaggio di proprietà dell’immobile al Comune di Cuneo.
A 13 anni dalla fine dei lavori e sedici dalla stipula della convenzione, “L’edificio si trova in uno stato di abbandono, di potenziale degrado e di sempre più difficile recupero nell’ottica di un suo utilizzo a vantaggio del Parco fluviale” denuncia l’interpellanza di Armellini. Un’occasione perduta sia dal punto di vista ambientale sia per il rilancio turistico-culturale dell’area fluviale.
Nell’interrogazione, Armellini sollecita in particolare un incontro urgente tra Comune, ANAS e Società Asti-Cuneo per fare chiarezza sulle ragioni che hanno impedito il trasferimento di proprietà dell’immobile. Il consigliere chiede poi un’analisi tecnica e legale sui profili di responsabilità e sulle eventuali inadempienze contrattuali, al fine di sbloccare la situazione e la definizione di un progetto di valorizzazione (pubblico o pubblico‑privato) che restituisca alla collettività un bene già pesantemente “compensato” ma mai effettivamente acquisito.
La risposta è attesa già nella seduta di lunedì 28 aprile.