desertificazione commerciale |
Altre News
/
Economia/Lavoro
/
Instagram
/

Piemonte, in 12 anni chiuse oltre 13.000 imprese al dettaglio

15 aprile 2025 | 08:15
Share0
Piemonte, in 12 anni chiuse oltre 13.000 imprese al dettaglio
Giuliano Viglione, presidente di Confcommercio Piemonte

Meno negozi, più turismo e ristorazione, un processo che ridisegna l’identità delle città. A preoccupare sono soprattutto i dati sui centri storici: chiusure record per edicole, librerie, ferramenta, negozi di abbigliamento e persino tabaccherie.

Torino. Il commercio tradizionale piemontese è in crisi profonda. Secondo i dati diffusi da Confcommercio Piemonte, tra il 2012 e il 2024 sono sparite oltre 13.000 imprese del commercio al dettaglio e 594 attività di ristorazione, mentre i bar hanno perso quasi un migliaio di esercizi. È l’ennesimo segnale di una desertificazione commerciale che investe centri storici e periferie, piccoli comuni e capoluoghi, con effetti preoccupanti sulla tenuta economica e sociale del territorio.
A lanciare l’allarme è Giuliano Viglione, presidente di Confcommercio Piemonte: “È in atto un gravissimo fenomeno che mette a rischio la vivibilità, la sicurezza e la coesione delle nostre città. Non possiamo permetterci un declino che rischia di diventare irreversibile”.
Negli otto capoluoghi di provincia del Piemonte, in 12 anni hanno chiuso 3.226 esercizi commerciali in sede fissa (-25,35%) e 967 bar (-26,65%). Nel frattempo, sono aumentati i ristoranti (+723, pari a +21,31%) e i servizi di alloggio (+122, pari a +30,5%). Un dato che evidenzia il cambiamento del tessuto urbano: meno negozi, più turismo e ristorazione, un processo che ridisegna l’identità delle città.
A preoccupare sono soprattutto i dati sui centri storici, dove le attività tradizionali sono in forte calo: chiusure record per edicole, librerie, ferramenta, negozi di abbigliamento e persino tabaccherie. L’unica categoria in lieve crescita sono le farmacie, insieme ai bed & breakfast e agli affittacamere, in aumento del +45,07%.
Confcommercio denuncia anche la riduzione degli sportelli bancari (da 1.626 a 1.574 in un solo anno) e lo spopolamento dei comuni meno serviti. Alla base della desertificazione vi sarebbero difficoltà economiche, concorrenza dell’e-commerce, normative superate e carenza di politiche attive di rilancio.
“Serve una riforma urgente della normativa commerciale e urbanistica – dichiara Viglione – e investimenti mirati nei distretti del commercio, nella rigenerazione urbana, nella mobilità sostenibile e nella digitalizzazione delle imprese”.
Per rispondere a questa emergenza, Confcommercio promuove il progetto nazionale CITIES, cui aderiscono anche le Ascom piemontesi, con l’obiettivo di rafforzare l’economia di prossimità e migliorare i centri urbani attraverso patti locali per la riapertura dei negozi sfitti, progetti condivisi con cittadini e imprese e utilizzo di tecnologie digitali per monitorare i flussi pedonali e migliorare la programmazione commerciale
“La nostra rete – conclude Viglione – sta già lavorando con strumenti di Urban Analytics e Big Data per supportare le imprese e ottimizzare l’arredo urbano, il marketing e l’accessibilità dei centri”.