Regione Piemonte: contrastare il fenomeno del lavoro irregolare e dello sfruttamento
3 aprile 2025 | 09:10

I risultati conclusivi del progetto sono stati presentati il 2 aprile a Torino, presso il Grattacielo della Regione Piemonte
La Regione Piemonte guida un’iniziativa interregionale per contrastare il lavoro irregolare e lo sfruttamento, con particolare attenzione alla formazione degli operatori e al potenziamento dei controlli.
Torino. La Regione Piemonte è capofila del progetto Common Ground 2023-2025, un’iniziativa interregionale che vede la collaborazione con le Regioni Liguria, Veneto, Friuli Venezia-Giulia ed Emilia Romagna. L’obiettivo principale del progetto è contrastare il fenomeno del lavoro irregolare e dello sfruttamento, una problematica diffusa su tutto il territorio nazionale che mette a rischio la dignità e la sicurezza dei lavoratori. Il progetto è finanziato con fondi europei nell’ambito del PON Inclusione e del Fondo Sociale Europeo, e si propone di fornire strumenti concreti per migliorare le attività ispettive e di controllo, promuovendo un approccio integrato e sinergico tra i vari attori istituzionali coinvolti.
I risultati conclusivi del progetto sono stati presentati il 2 aprile a Torino, presso il Grattacielo della Regione Piemonte, con la partecipazione di figure chiave come l’assessore all’Immigrazione, Sicurezza e Polizia locale della Regione Piemonte, Enrico Bussalino, e la vicesindaca con delega al Lavoro della Città di Torino, Michela Favaro, tra gli altri.
L’assessore Bussalino ha dichiarato: “Oggi non celebriamo solo la conclusione di un percorso, ma gettiamo le basi per il futuro. È nostro dovere continuare su questa strada, rafforzando ulteriormente le sinergie tra le istituzioni, investendo nella formazione degli operatori e potenziando gli strumenti a disposizione per contrastare ogni forma di sfruttamento lavorativo.” Bussalino ha inoltre sottolineato: “Questa esperienza infatti ha dimostrato quanto sia cruciale un’azione coordinata tra gli enti preposti. Il lavoro di squadra e la condivisione di competenze hanno permesso di ottenere risultati significativi, contribuendo a migliorare l’efficacia delle attività di controllo sul territorio”.
La vicesindaca Favaro ha aggiunto: “Questo progetto ha permesso di fare rete in modo importante su due temi, quello della legalità e quello del lavoro, che devono viaggiare di pari passo. Esiste purtroppo un lavoro sommerso che riguarda spesso lavoratori stranieri che si trovano in condizioni di sfruttamento ed è preziosissimo in questo contesto il lavoro sinergico che riusciamo e riusciremo a mettere in campo per garantire la salvaguardia della dignità e dei diritti dei lavoratori. Contratti di lavoro giusti e sostenibili diventano la base per far crescere il nostro territorio e costruire sicurezza sociale”.
L’assessore alla Legalità e alla Polizia Locale della Città di Torino, Marco Porcedda, ha spiegato: “La tutela della legalità nel mondo del lavoro è un tema di importanza strategica, sia a monte, vigilando su aspetti come la corretta gestione degli appalti, sia rispetto ai controlli successivi per garantire il rispetto delle norme di sicurezza e la dignità del lavoro. Questo progetto ha dato sicuramente dei primi risultati positivi e l’intenzione è quella di continuare a lavorare in questa direzione”.
Il progetto Common Ground è stato sviluppato in due fasi principali. La prima fase, realizzata nell’autunno del 2023, si è concentrata sulla formazione di oltre 150 operatori della Polizia Locale di Torino e di alcuni comuni limitrofi, con l’obiettivo di approfondire le dinamiche dello sfruttamento lavorativo, le normative di riferimento e le procedure operative necessarie per affrontare le situazioni di irregolarità nei luoghi di lavoro. La seconda fase, avviata nel 2024, ha potenziato le attività di vigilanza nel settore edile tramite una convenzione tra la Regione Piemonte e la Città di Torino, in collaborazione con l’Ispettorato Territoriale del Lavoro e lo SPRESAL. Sono stati realizzati servizi ispettivi straordinari congiunti in 19 cantieri (11 pubblici e 8 privati), controllando 86 imprese edili e 297 lavoratori, tra cui 286 con contratto di lavoro subordinato e 11 artigiani, senza riscontrare irregolarità al momento delle ispezioni.