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Suicidio assistito in Piemonte: “Deceduti nell’attesa del via libera”

4 aprile 2025 | 18:31
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Suicidio assistito in Piemonte: “Deceduti nell’attesa del via libera”
La locandina

Un’indagine dell’Associazione Luca Coscioni ha rivelato una tragica realtà in Piemonte, dove tre persone sono decedute mentre attendevano il via libera per accedere al suicidio assistito.

Torino. L’Associazione Luca Coscioni ha presentato richiesta di accesso agli atti in tutte le Regioni italiane per ottenere informazioni sulle richieste di suicidio assistito giunte alle aziende sanitarie dal 2020 a oggi, ovvero da quando con la sentenza 242/2019 (Cappato -Dj Fabo) la morte volontaria assistita è legale in Italia a determinate condizioni. Undici regioni tra cui il Piemonte hanno risposto alla richiesta, fornendo dati, seppur con livelli di dettaglio differenti. Da quanto emerso, sono cinquantuno le richieste pervenute fino a oggi in diverse Regioni, con esiti variabili tra approvazioni, dinieghi e procedure in corso.
Tre di queste 51 richieste– sottolinea l’Associazione Luca Coscioni – erano piemontesi, tutte di persone decedute nel corso dell’iter di verifica delle condizioni, durante la lunga attesa che, in assenza di una legge che definisca tempi certi del percorso, precede la decisione delle ASL. In risposta alla richiesta di accesso agli atti non sono state fornite ulteriori informazioni. Risulta evidente come troppi enti abbiano scelto di non rispondere o di negare l’accesso ai dati, così come risulta evidente che le tempistiche di risposta delle ASL siano incompatibili con le speranze di vita dei richiedenti”.
In Piemonte – hanno dichiarato Filomena Gallo e Marco Cappato, rispettivamente Segretaria nazionale e Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni – undicimila cittadini hanno firmato la proposta di legge sul fine vita, ritenuta ammissibile dalla Commissione di garanzia. Eppure, la maggioranza ha scelto di bloccarne la discussione nel merito, appellandosi a una pregiudiziale di costituzionalità usata come pretesto politico. L’approvazione della stessa legge da parte di Regione Toscana dimostra la piena legittimità del nostro testo. Intanto, le tre persone che avevano avviato il percorso sono morte prima della conclusione dell’iter. Dal 1° al 13 aprile saremo mobilitati in tutta la Regione per chiedere al Presidente Cirio e al Consiglio Regionale di restituire dignità alle scelte dei cittadini, riaprendo il confronto e garantendo risposte tempestive a chi chiede libertà e rispetto nel momento più difficile”.