Tra cambi di programma e sobrietà: a Cuneo celebrazioni rimodulate

Il coordinamento di Cuneo Possibile chiede le ragioni: «La scelta del Comune di Cuneo e di altri Comuni della provincia di aderire a questa linea di “sobrietà” appare come un ulteriore segnale di debolezza, tanto più se arriva da amministrazioni di centrosinistra».
Cuneo – In occasione dell’80° anniversario della Resistenza, la città di Cuneo ha celebrato il 25 aprile con alcune modifiche al programma inizialmente previsto. Le variazioni, che hanno interessato in particolare la fiaccolata del 24 aprile e gli eventi musicali collegati, si inseriscono in un contesto nazionale segnato dal lutto per la morte del Santo Padre, per cui il Governo ha indetto cinque giorni di Lutto Nazionale.
La banda musicale “Duccio Galimberti”, intitolata a una delle figure simbolo della Resistenza cuneese, è stata presente alla fiaccolata, ma con una partecipazione limitata all’apertura e alla chiusura dell’evento, anziché accompagnare l’intero corteo come inizialmente previsto. Un primo annuncio di forfait, seguito da una parziale retromarcia, ha generato interrogativi tra le forze politiche.
Anche il concerto conclusivo della serata, originariamente previsto in Largo Audifreddi, è stato spostato in una sede al chiuso – il NUoVO (ex Nuvolari) – in un clima di maggiore sobrietà, in linea con l’invito del Ministero dell’Interno a mantenere un tono più contenuto nelle celebrazioni del 25 Aprile. L’invito, pur non vincolante, è stato recepito da diverse amministrazioni locali, tra cui quella cuneese, che ha optato per una mediazione tra le commemorazioni laiche e il rispetto del lutto religioso.
Scelte analoghe si sono registrate in altre città italiane, dove alcune manifestazioni legate alla Festa della Liberazione sono state ridotte, rimodulate o annullate. Queste decisioni stanno suscitando un dibattito sul rapporto tra memoria storica, identità repubblicana e sensibilità religiosa.
Dal coordinatore di Cuneo Possibile, Gabriele Rosso, arriva la richiesta di maggiore chiarezza sulle motivazioni dietro questi cambi di programma. In particolare, Rosso chiede una dichiarazione ufficiale da parte dell’amministrazione comunale sulle scelte effettuate, nonché una riflessione pubblica sul ruolo e sul futuro della memoria resistenziale nel territorio.
“Il nodo della questione – sostiene Rosso – è culturale e politico: una manifestazione dedicata alla Liberazione non può essere ridotta o condizionata da logiche confessionali”. E ancora: “Il 25 aprile è memoria che non si deve silenziare, e su questo le sinistre antifasciste – cittadine o nazionali che siano – non devono mediare, arretrare, cedere posizioni. Anche il contesto nazionale lascia perplessi: per la scomparsa di Papa Francesco sono stati proclamati cinque giorni di lutto nazionale – mai accaduto prima nella storia repubblicana, dove il massimo concesso era tre. Una decisione che, nei fatti, ingloba anche la Festa della Liberazione, rischiando di attenuarne la portata e la voce. In questo scenario, la scelta del Comune di Cuneo e di altri Comuni della provincia di aderire a questa linea di “sobrietà” appare come un ulteriore segnale di debolezza, tanto più se arriva da amministrazioni di centrosinistra. Per questo chiediamo pubblicamente una dichiarazione ufficiale da parte del Comune di Cuneo sui motivi dello spostamento del concerto, chiarimenti ufficiali sulla vicenda della banda musicale Duccio Galimberti e una riflessione pubblica sulla direzione che sta prendendo la memoria resistenziale nella nostra provincia”.